Vuoto e retorica. Ecco cosa offre la politica
‘’Il voto di opinione, in grado di testimoniare della vitalità di una proposta politica, a Roma è rimasto in larga misura a casa.’’ Stefano Folli, su ‘’La Repubblica’’ stigmatizza in negativo, come la maggior parte degli opinionisti, il fallimento delle primarie del Pd, con una partecipazione dimezzata rispetto a quelle che avevano portato Ignazio Marino al Campidoglio.
E’ vero ha vinto Roberto Giachetti, il candidato del premier Matteo Renzi, ma solo perché ha potuto contare su quel poco di struttura partitica che ancora esiste. In una città snervata e da troppo priva di una gestione efficiente, per conquistare l’attenzione dell’opinione pubblica occorre infatti una particolare capacità di comunicare, un’idea forte della Capitale e della sua resurrezione, che finora è completamente mancata da parte di tutti i candidati.
Anziché proporre una valida visione della città, i candidati, e non solo quelli del Pd, hanno finora sfornato elenchi ovvii di buone intenzioni. Ma ben poco adeguati alla straordinaria sfida che coinvolge il destino di una delle metropoli più importanti del pianeta. Tanto che i candidati: da Giachetti, a Guido Bertolaso, ad Alfio Marchini, fino a Francesco Storace etc…, si dimostrano affatto consapevoli – conviene anche Paolo Conti sul ‘’Corriere della Sera’’ – della gravità della congiuntura storica che riguarda la Capitale.
Effettivamente i tratti dell’esordio di questa campagna elettorale sono di bassissimo profilo, caratterizzato da orsacchiotti di peluche trasformati in interlocutori politici, indecenti risse verbali, confronti sbiaditi, candidati disconosciuti, programmi inconsistenti…che peggio non si possono immaginare.
Vuoto e retorica è quanto sembra capace di offrire a Roma la politica, abdicando così in modo clamoroso alle sue responsabilità sotto gli occhi del mondo. Forse anche perché quello che accade a Roma – come rileva Folli – sembra interessare a tutti tranne che ai romani. Cls