Inchiesta nomine, Raggi da pm: nessuna irregolarità

"Sono fiduciosa", ha detto la sindaca dopo quattro ore di faccia a faccia con il pm al quale ha reso dichiarazioni spontanee

(Foto Omniroma)

Nessuna irregolarità nelle nomine di Salvatore Romeo a capo della segreteria politica e di Renato Marra alla Direzione Turismo del Campidoglio. Virginia Raggi ha rivendicato la correttezza del suo operato davanti al pm Francesco Dall’Olio che, dopo averla indagata per abuso d’ufficio e falso, le ha notificato l’avviso di chiusura inchiesta. Quattro ore di faccia a faccia con il pm e solo dichiarazioni spontanee della sindaca di Roma che alla fine ha definito il colloquio ‘molto cordiale: del resto lo avevo chiesto io. Sono fiduciosa’.

Secondo quanto riferito dai difensori, Alessandro Mancori ed Emiliano Fasulo, la Raggi ha sostenuto che la nomina di Romeo fu
assolutamente legittima e, a sostegno di tale tesi, ha depositato un parere “pro veritate” del professor Federico Tedeschini, noto amministrativista.

Circa la nomina, successivamente revocata, di Marra, fratello di Raffaele, ex capo di gabinetto del Campidoglio, la sindaca ha
negato di aver dichiarato il falso all’Autorità anticorruzione del Comune sottolineando di aver firmato un’ordinanza che ratificava una selezione fatta dall’assessore al Turismo Adriano Meloni. E lo stesso assessore, interpellato recentemente dai cronisti, ha confermato: “E’ vero, perchè poteva fare un buon lavoro e infatti lo stava facendo”.

Secondo l’impianto accusatorio della procura, la Raggi avrebbe commesso un falso quando dichiarò alla responsabile anticorruzione del Campidoglio Mariarosa Turchi di aver deciso da sola la nomina di Renato Marra su cui l’Anac guidata da Raffaele Cantone ha poi avanzato una serie di rilievi. Raggi aveva assicurato di avere deciso in piena autonomia senza coinvolgere lo stesso Raffaele Marra, all’epoca suo braccio destro ed ora sotto processo per corruzione insieme con l’immobiliarista Sergio Scarpellini. Una versione però smentita da una chat tra Raggi e il suo ex capo del personale in cui la prima cittadina di Roma si lamenta per il fatto che non era
stata informata da lui sull’ aumento di stipendio del fratello Renato.

Quanto alla nomina di Romeo, la procura contesta alla sindaca l’abuso d’ufficio per aver conferito l’incarico ad un dirigente del Comune, peraltro in aspettativa, “forzando” il regolamento comunale e riconoscendogli uno stipendio triplicato.

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