Comune di Roma, Regione Lazio, Ministero dell’interno e Comune di Sant’Oreste. Sono quattro delle 23 richieste di costituzione di parte civile accolte ieri, al termine di una camera di cosiglio durata oltre cinque ore, dai giudici della decima sezione penale del tribunale di Roma, nell’ambito del processo Mafia Capitale. I giudici, che hanno respinto 42 delle istanze presentate, hanno accettato anche le costituzioni di Ama Spa, Pd Unione regionale Lazio (per il danno morale nei confronti dei soli imputati iscritti o eletti nel partito), Fallimento Unibar, Eur Spa, Associazione Anonino Caponnetto, Libera, Sos Impresa, Cittadinanza Attiva Onlus,
Centro di iniziativa per la legalità democratica, Associazione Nazionale Vittime di usura e estorsione e racket, Ambulatorio Antiusura Onlus, Associazione Antimafia Paolo Borsellino, Fai Antiusura Ostia Volare Onlus, Legacoopsociali, Associazione Nazionale delle Cooperative Soiali, Consorzio Calatino Terra di Accoglienza, Associazione Forum delle Associazioni antiusura e Consorzio Castel Porziano 98. Per quanto riguarda le nuerose associazioni che hanno fatto istanza di costituzione di parte civile, il tribunale ha sottolineato nell’ordinanza che ad essere accolte come parti processuali, sono stati “gli enti o associazioni che, in base agli statuti e agli atti costitutivi, sono specificamente preposti alla lotta e alla prevenzione dei fenomeni mafiosi”, nonché “al contrasto dei fenomeni ci corruttela, estorsione e usura”. Esclusi, invece, scrivone il collegio nel provvedimento, gli enti “dediti per statuto ad attività anche finalizzate a migliorare genericamente il rapporto tra cittadino e pa, essenzialmente di studio e di ricerca e dunque non specificamente danneggiati dai reati contestati”. Tra gli altri, sono stati esclusi Codacons, Associazione Movimento difesa del cittadino, Assoconsum, Associazione Movimeno consumatori, e Legambiente. Nei confronti degli enti che si occupano della tutela dei consumatori, il tribunale si è espresso sottolineando che “si limitano soltanto ad ipotizzare un danno di tipo generico e privo di concreta connotazione”. Gli stessi magistrati hanno respinto anche le costituzioni di 37 nomadi del campo di Castel Romano -una ventina dei quali era presente all’udienza di ieri- e quelle di una decina tra rigufiati e migranti minori non accompagnati. Esclusi dal processo anche Roberta Lombardi, parlamentare del M5s, Marcello De Vito (ex consigliere comunale M5s) e gli altri cinque consiglieri municipali pentastellati che avevano avanzato richiesta di costituzione. Per quanto riguarda i consiglieri, il collegio ha spiegato che le loro costituzioni devono essere ritenute assorbite in quella -accettata- del Comune di Roma. Nel caso della Lombardi, invece, il tribunale ha evidenziato che trattandosi della richiesta di un singolo, effettuata, in veste di membro del parlamento, la “legittimazione processuale spetterebbe all’ente”.
C.T.(Fonte Omniroma)