Vinitaly, i vini rari sono investimento redditizio

Dall'inizio del 2005 un aumento del +192%. Aste record per Borgogna, Bordeaux, Masseto e Barolo Conterno

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Auto d’epoca e vini rari sono tra gli oggetti del desiderio più redditizi tra le forme di investimento alternative. Per i beni del lusso e da collezione, uno studio della Knight Frank Luxury investment indica che il vino dall’inizio del 2005 ha un aumento del +192%, il più alto rendimento ottenuto negli ultimi 10-15 anni, dopo le auto d’epoca che coinvolgono però tutt’altro tipo e budget d’investimento.

Studi di settore sottolineano inoltre che il vino pregiato, se ben conservato, non mostra praticamente mai un rendimento negativo su una tenuta di 10 anni, con una crescita media del 12,3%, evidenziando la bassa volatilità del vino come bene d’investimento. A mettere in luce gli aspetti redditizi dei dream-wine è il libro “La Cantina perfetta – Grandi vini da collezione”, edito da Rizzoli, e presentato dall’autrice Chiara Giannotti a Vinitaly, presso lo spazio Poggio Le Volpi con la Delegazione Lazio delle Donne del Vino, dove sono catalogati e recensiti 70 vini oggetto del desiderio.

Nelle classifiche ufficiali di Liv-Ex degli ultimi anni dei vini più performanti e cari del mondo, ha spiegato l’autrice che è anche curatrice della stesura del catalogo della casa d’asta Ansuini, ci sono meno etichette Bordeaux, anche se ancora dominanti, mentre crescono molto bene i Borgogna e stanno aumentando un pochino gli italiani.

L’Italia fatica però ancora a raggiungere le prime 20 posizioni ma appare però tra i primi 50. Negli ultimi 10 anni non sono mai mancate tra le prime 100 etichette Sassicaia, (posizionata intorno alla 27 posizione) Ornellaia e Masseto,seguiti da Solaia, Gaja, intruso d’eccellenza tra i cosiddetti supertuscan, e Tignanello che dal 2010 a questa parte sono mancati soltanto una volta”.

“Ci sono state – ha sottolineato la Giannotti – delle vendite record che sono rimaste nella storia. Tra le bottiglie più care si registrano record in particolare tra i vini di Borgogna e di Bordeaux. Ad esempio la Romanée-Conti di Romanée-Conti 1996 è stata battuta dalla casa d’aste sotheby’s a circa 20.000 euro a bottiglia, rientrando tra i primati delle bottiglie più care al mondo, così come per l’annata 1990, arrivata a 100.000 euro sul mercato di Hong Kong con il rarissimo formato 6 litri. Con uno spettacolare Mathusalem del 1947 e una cifra di 192.000 sterline, Château Cheval Blanc è salito di recente sul podio dei vini più cari al mondo. Tra le italiane primeggiano il Masseto che si contende il primato in classifica con il Barolo Monfortino di Giacomo Conterno. (fonte Ansa)

 

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