Expo 2015: Acli, democrazia non e' solo votare e lasciar fare

Roma, 9 maggio 2014 – ”Solo un marziano si potrebbe stupire di fronte all’inquietante quadro di degrado etico e civile che sembra emergere dall’inchiesta della procura milanese relativa agli appalti per Expo 2015. Perche’ dopo la prima tangentopoli degli anni Novanta poco o nulla e’ cambiato, se non la maggior disinvoltura e spudoratezza con cui gruppi di affaristi, vecchi e nuovi, agiscono a scapito dell’interesse e del bene comune. Tutto questo poi e’ facilitato dalla riduzione del controllo politico sugli atti di governo”. Lo afferma Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli. ”Anche nel caso degli appalti per l’Expo – prosegue il presidente delle Acli – si sconta in modo evidentissimo l’indebolimento del controllo in un sistema che e’ sempre piu’ sbilanciato sui poteri dell’esecutivo a tutti i livelli istituzionali. A volte anche un granello di sabbia puo’ bloccare un cattivo ingranaggio, mentre la semplificazione della rappresentanza politica spesso non consente l’esercizio del controllo a quelle forze che non siano espressione di interessi dominanti trasversali”. ”Questa e’ l’altra faccia, quella esecrabile, della concentrazione del potere e della personalizzazione della politica e della ridicolizzazione del potere di controllo delle assemblee elettive. Ancora una volta la magistratura svolge una funzione di supplenza. Ma il problema – aggiunge Bottalico – ha delle radici profonde e sta nel venir meno di quelle evidenze etiche che dovrebbero stare alla base della vita pubblica e suggerire un miglior bilanciamento dei poteri, una democrazia in cui tutti sappiano di dover rendere conto a qualcuno, in sede politica prima che in quella giudiziaria, e non un sentimento di irresponsabilita’ che si sviluppa nel sottobosco della politica. Una democrazia che funziona non si puo’ accontentare di scegliere chi governa ma deve trovare i modi per esercitare il controllo durante l’intera durata del mandato”. gc