Addio a Remo Remotti, cantore irriverente di Mamma Roma
A 90 anni se ne va uno degli artisti più eclettici del panorama culturale romano


“Me ne andavo da quella Roma dei pisciatoi, dei vespasiani, delle fontanelle, degli ex-voto, della Circolare Destra, della Circolare Sinistra, del Vaticano, delle mille chiese, delle cattedrali fuori le mura, dentro le mura, quella Roma delle suore, dei frati, dei preti, dei gatti”.
Questa volta Remo Remotti se ne andato davvero. Attore, poeta, cantante, chansonnier della Roma post bellica che ha raccontato 70 anni di romanità attraverso i versi, le canzoni, le scurrilità sopraffine e le apparizioni sul grande schermo. Nanni Moretti, Francis Ford Coppola, Carlo Verdone hanno fatto conoscere al pubblico la sua genuinità poetica, la romanità che straripava in irriverenza e genialità in ogni settore artistico. Una vena creativa coltivata negli anni successivi alla laurea trascorsi in Sud America e nella Milano degli anni ’60. Un eroe dei Due Mondi che si è saputo muovere con leggerezza e creatività dalle gallerie d’arte più importanti d’Italia ai set cinematografici, dai locali romani a Youtube, sempre accompagnato dalla folta barba bianca e dall’irresistibile indole umoristica. A 90 anni ci lascia un pezzo di Roma che ha narrato la guerra, ha preso in giro le donne, le ideologie e i preti, che ha sfatato tabù e ha infranto l’dea che la cultura fosse appannaggio del ‘Mondo di sopra’. Una figura che è riuscita a coniugare alla perfezione lo spirito popolare romano con l’indole artistica e intellettuale, convinto che l’uso tagliente delle parole fosse l’unico modo per emanciparsi dalla noia e dalla retorica. (G.D.S.)