Atac, Lemmetti al lavoro sul concordato con l’incognita Anac

Il neo assessore al Bilancio incontrerà il dg di Atac su cui Cantone sta vagliando la legittimità del triplo incarico

Sono settimane decisive per il futuro di Atac, tra incontri per indicare la strada del concordato e la grana Anac che potrebbe abbattersi sul dg della municipalizzata Paolo Simioni. Il nuovo assessore al Bilancio della giunta Raggi Gianni Lemmetti è già al lavoro su dossier Atac e a inizio settimana incontrerà il plenipotenziario del trasporto pubblico romano. L’ufficializzazione dovrebbe avvenire al prossimo Cda di Atac e da quel momento si vedrà se il metodo-Aamps – municipalizzata dei rifiuti livornese risollevata proprio da Lemmetti – funzionerà anche con Atac. Ma le proporzioni sono diverse e le incognite molte, visto che l’azienda livornese aveva 300 dipendenti e quasi 50 milioni di debito e quella romana più di 11mila dipendenti e 1,35 miliardi di debito.

Cda, Giunta e Consiglio Comunale. Sarebbero questi i tre passaggi su cui dovrà passare il concordato con la maggioranza pentastellata che ostenta sicurezza: in Aula Giulio Cesare i numeri sono saldamente dalla loro parte.

Ma Atac ora dovrà fare i conti anche con una grana che riguarda l’Anac di Raffaele Cantone. Pare infatti che l’Autorità Anticorruzione stia vagliando la posizione di Simioni, che oltre ad essere dg della municipalizzata ricopre anche il ruolo di presidente e di amministratore delegato. Un triplo incarico su cui Cantone starebbe al lavoro per capirne la legittimità anche in base allo sforamento del tetto di 79mila euro annui stabilito dalla legge per gli ad. Il manager veneto attualmente percepisce 240mila euro e la sua posizione potrebbe essere messa in difficoltà da una legge anticorruzione di quattro anni fa che impedirebbe il mantenimento della carica di presidente e di amministratore delegato nello stesso ente.

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