Catturata banda dei furti di carte di credito ai portalettere

Erano attivi in oltre 90 province. Con frodi informatiche arrivavano a guadagni di 100mila euro al mese

Sgominata organizzazione criminale dell’hinterland napoletano ma che agiva in tutto il Paese, commettendo frodi informatiche con guadagni di oltre 100mila euro al mese.

Stamattina all’alba sono state eseguite cinque misure cautelari nei confronti di persone residenti nelle zone di Frattamaggiore e Giugliano in Campania, accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al furto aggravato, alla frode informatica e all’indebito utilizzo di carte di pagamento elettronico. Tre persone sono state sottoposte a custodia cautelare in carcere, mentre agli altri è stata applicata la misura restrittiva dell’obbligo di dimora.

Si tratta di un’organizzazione criminale definita dagli inquirenti “itinerante” – specchio del carattere ormai assunto dai reati informatici come “crimini senza territorio” – che agiva in oltre 90 province italiane.

Il modus operandi era particolarmente sofisticato. L’organizzazione partiva con veri e propri agguati ai portalettere di tutta Italia, che venivano pedinati e poi derubati del loro carico di raccomandate, contenenti centinaia di carte di credito emesse dai maggiori istituti bancari ed indirizzate ai clienti finali. Ottenuta la disponibilità delle carte di credito, il problema era la loro attivazione e riuscire ad ottenere i codici Pin.

A questo punto intervenivano abilissimi hacker, interni all’organizzazione che – clonando le schede telefoniche SIM degli ignari titolari delle carte – riuscivano a entrare nei sistemi informatici bancari, sostituendosi ai clienti, attivando le carte di credito, talvolta anche aumentandone esponenzialmente il plafond.

Il codice pin, infine, era ottenuto con l’impiego di avanzate tecniche di vishing, grazie al quale il ramo dell’organizzazione esperto in “ingegneria sociale” assumeva l’identità delle banche, contattando gli ignari clienti ed inducendoli con l’inganno a comunicare i codici dispositivi.

Ma il PIN carpito illegalmente era solo uno dei sistemi con cui l’organizzazione criminale monetizzava i proventi illeciti: l’associazione disponeva infatti di un solido “apparato tecnico- finanziario”, che si occupava di creare società commerciali di facciata, dotandole di conti correnti bancari ed apparati POS portatili (anche operativi su circuiti internazionali), sui quali le carte rubate venivano “strisciate” e defraudate di decine di migliaia di euro, giustificati a fronte di fatture commerciali radicalmente false.

Attraverso gli apparati POS, il gruppo criminale era in grado di simulare acquisti di beni o servizi presso le società “paravento”, monetizzando i proventi degli indebiti utilizzi delle carte di credito che poi confluivano su strumenti prepagati, ed infine prelevati per contanti su sportelli bancomat sparsi per il Paese.

Già nel gennaio di quest’anno, le investigazioni tecniche avviate a carico del gruppo criminale dalla Polizia Postale di Bologna avevano portato all’arresto in flagranza, in negozi di lusso del centro cittadino, di un 45enne pregiudicato, originario di Napoli, mentre tentava di acquistare dei beni per migliaia euro con carte di credito rubate.

Ingentissimo il danno arrecato nel complesso dall’organizzazione criminale sgominata: migliaia di carte di credito rubate dalla corrispondenza e profitti per oltre 100 mila euro ogni mese, ma una quantificazione totale dei danni sarà possibile solo all’esito delle ulteriori attività d’indagine ed analisi tecnica del materiale rinvenuto presso le abitazioni degli indagati, da parte degli specialisti della Polizia Postale.

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