Roma città sicura, ma corruzione e più reati sessuali

Apre anno giudiziario, "meno omicidi ma attivi gruppi criminali"

Violenza a Roma
Violenza a Roma

Una città sostanzialmente sicura in cui però è presente una galassia di organizzazioni criminali che hanno raggiunto una sorta di pax che consente loro di potere continuare ad operare “senza attirare l’attenzione degli inquirenti e dei media”. E’ la radiografia sul fronte giudiziario delineata nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario in corte d’Appello a Roma. Una città in cui, per stessa ammissione del procuratore Giuseppe Pignatone, il problema endemico resta il fenomeno corruttivo a vari livelli ma in cui diminuiscono gli omicidi e aumentano i reati sessuali.

Nel suo intervento il procuratore generale della Corte d’Appello, Giovanni Salvi, ha spiegato: “nel circondario di Roma, vi è stata negli ultimi anni una drastica diminuzione che ha portato la Capitale a livelli davvero inimmaginabili qualche anno addietro e che hanno pochi paragoni nelle grandi città del mondo intero”. Secondo i dati forniti, si è passati dal già basso numero di venti omicidi volontari nel 2015 a dieci nell’anno 2018. Sullo sfondo persiste la presenza di gruppi criminali “tanto nutrita quanto pericolosa – ha affermato Salvi – fatta di singoli o gruppi che costituiscono altrettante proiezioni, in senso ampio, delle organizzazioni mafiose tradizionali, della ‘ndrangheta (i Cordaro), di diversi gruppi di camorra (legati a Michele Senese e Domenico Pagnozzi), ma anche di Cosa Nostra (vicini al boss gelese Salvatore Rinzivillo)”.

Per il magistrato, in questo ambito, serve che a Roma avvenga “quel moto civile che in tante città del sud, avvezze alla minaccia del crimine organizzato, contribuisca ad ostacolare il radicamento delle organizzazioni e a far crescere una coscienza collettiva. E’ questo che vedo sempre più mancante a Roma, città che tutto avvolge in uno sguardo cinico, che sembra aver visto tutto e tutto dimentica”. Per quanto riguarda le singole fattispecie penali da segnale l’aumento del 24% i reati sessuali. In salita anche gli adescamenti sui minori attraverso internet mentre sono in lievi calo i casi di stalking. Nell’anno appena trascorso i procedimenti per i reati sessuali nelle sue varie forme sono stati 789, mentre nel 2017 erano stati 633.

Ad aumentare anche le ipotesi di violenza sessuale di gruppo: salite da 11 a 19. I casi relativi alla pedopornografia nel 2018 sono stati 200 mentre per i casi di adescamenti l’aumento è del 18%. Per Salvi, sul fronte degli sgomberi degli immobili occupati “i criteri devono essere, chiari, trasparenti e accettabili”. “Non è un buon esempio” che un’organizzazione politica resti “in un immobile di grande pregio nel centro di Roma” e si sgomberino, invece, “luoghi di assistenza per migranti”. Quanto alle carceri, il presidente della Corte di Appello, Luciano Panzani ha lanciato l’allarme sul rischio sovraffollamento. “Il rapporto fra detenuti presenti e quelli previsti dalla capienza regolamentare è ulteriormente cresciuto da 117 a 124 e a livello di distretto è superiore a quello nazionale (124 nel Lazio contro il valore di 118 del territorio nazionale).

In dieci su 14 istituti penitenziari del distretto il rapporto è superiore a 112 ed è in peggioramento rispetto al periodo precedente. Rispetto agli anni precedenti continuano ad aumentare i detenuti presenti, da 5.744 (dato del 30/11/2015) agli attuali 6.534 (+14% in quattro anni), con conseguente peggioramento della capienza regolamentare, da 109,2 a 124,3. Rilevante ed in linea con gli anni precedenti la quota di detenuti stranieri”.(Fonte ANSA).

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