Polemiche e dibattiti per immagine postata da un utente su Twitter qualche giorno fa. Lo scatto ritrae la ciclabile che da Ponte Testaccio prosegue sul lungotevere in direzione centro – lato Sinagoga – immersa in un acquitrino.
Una ciclabile dall’aspetto indubbiamente bello e funzionale: in larghezza c’è la possibilità di far transitare una bici per senso di marcia e le auto in sosta proteggono la sede viaria riservata alle biciclette. Il progetto fa parte delle nuove ciclabili transitorie previste per la Fase 2: 150 km di piste in tutta Roma: Ponte Milvio, Testaccio, Tuscolana, solo per fare qualche esempio. Ma la sua debolezza s’è vista sin dal primo acquazzone primaverile: manto stradale immerso nell’acqua e bici costrette a transitare o sul marciapiede o sulla strada. Evidente la natura del problema: caditoie per la pioggia assenti o intasate.
Sul web è partito un dibattito – tra il serio e il faceto – dove tanti utenti hanno espresso il proprio disappunto.
E se c’è chi sottolinea il fatto che per fare una ciclabile non basti una striscia gialla, c’è anche chi ricorda quando nel 2013 Virginia Raggi ed Enrico Stefàno ironizzavano sugli allagamenti dell’era Marino.