Covid/Londra: allerta scali, 40mila romani bloccati

Le Asl chiedono alle compagnie le liste dei passeggeri dal 6 dicembre, ma impossibile tracciare chi ha fatto tappa in altri Paesi. la rabbia dei passeggeri bloccati

L'aeroporto Fiumicino

Sarebbero 40mila i romani bloccati a Londra, mentre le Asl romane sono pronte a chiedere le liste passeggeri dei voli aerei dal Regno Unito per ricostruire la catena degli sbarchi negli ultimi 14 giorni . L’obiettivo è tracciare l’eventuale passaggio della nuova variante del Covid.

Ma nonostante lo sforzo massiccio messo in campo per contenere i possibili effetti della variante inglese, rimane una zona grigia, che sfugge anche allo stop ai voli da Londra deciso dal governo.

Il rischio è che qualcuno abbia continuato a raggiungere la Capitale anche dopo il blocco delle tratte aeree dirette. O che lo abbia fatto prima, senza però risultare negli elenchi dei viaggi oltremanica. Scali da aeroporti di altri Paesi oppure tratte ferroviarie alternative. «Su chi è rientrato con gli scali non abbiamo margini per intervenire, è un tema che abbiamo posto al governo», spiega a ‘’Il Messaggero’’ l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato.

La Polfer già ieri ha rafforzato i controlli nelle grandi stazioni , anche perché da 24 ore sono vietati gli spostamenti da e verso altre regioni. «La vigilanza è massima spiega il dirigente della Polfer di Roma, Marco Napoli – ma oggettivamente è difficile tracciare chi arriva da destinazioni diverse dalla Gran Bretagna senza dichiararlo. In ogni caso i controlli sui passeggeri ci sono, ‘uno a uno’ e viene chiesta l’autocertificazione».
Nel gruppo Facebook “Expats living in Rome” 28,514 iscritti, molti dei quali, appunto, «espatriati che vivono a Roma», ‘’Il Messaggero’’ riporta che un’utente domenica pomeriggio, subito dopo il blocco, scriveva; «Faccio parte di un gruppo social di italiani ne] Regno Unito e la maggior parte delle persone stavolando a Lisbona per prendere un volo per l’Italia».

L’ordinanza dei ministero della Salute obbliga chiunque sia stato nel Regno Unito dal 6 dicembre a comunicare immediatamente l’ingresso in Italia alle Asl. «Ci stiamo organizzando per eseguire il test a tutti», spiega Antonio Miglietta, il direttore del Sisp (Servizio di Igiene e Sanità Pubblica) dell’Asl Roma 2. «Siamo pronti a chiedere alle compagnie le liste con ² nomi dei passeggeri». Toccherà poi capire quanti «dopo essere atterrati sono rimasti in città e quanti si sono spostati altrove».

Stando all’ultimo rapporto del consolato italiano a Londra risiedono circa 400 mila italiani-residenti. Mediamente ogni anno per le vacanze di Natale fa ritorno in Italia circa il 10 per cento, quindi 40 mila. Molti anche gli studenti che hanno ultimato i corsi di studio in Gran Bretagna e che, per il blocco di rientrare in Italia, si sono trovati senza casa, avendo disdetto le case affittate per il periodo di studio.

La rabbia dei passeggeri bloccati è tanta. “Non mi sono mai sentito così abbandonato e deluso in vita mia”, scrive Chris Cauduro. “Vedere concittadini italiani ridotti a dormire in aeroporto e pensare che ora sono ancora lì ad aspettare notizie e aiuti che non arrivano. Che vergogna!” È una delle tante voci che si levano da un gruppo creato in men che non si dica su Facebook: “Azione collettiva italiani bloccati in Gran Bretagna”.

Luisa Campedelli scrive un post dall’Italia: “Sono la mamma di un ragazzo che ieri sera è stato bloccato con la sua ragazza dopo avere fatto il check in a Stansted. Stavano per tornare definitivamente in Italia, dopo un periodo di lavoro che non è potuto proseguire a causa del Covid 19. Non stavano tornando per mangiare il pandoro in famiglia e poi ritornare in Inghilterra. Quindi non hanno più lavoro né casa a Londra. Cosa succede ora? Possibile che non si possa avere qualche informazione? Si sta facendo qualcosa per riportare i nostri cari in Italia?” Poi ci sono quelli che condividono pareri sulla possibilità di risarcimenti: “Abbiamo diritto al rimborso del biglietto e delle tasse aeroportuali”, scrive Giovanni Demetrio Mosello, “lo so, magra consolazione. Solo per coloro che hanno saputo della cancellazione del volo in aeroporto c’è il diritto all’assistenza in loco”. Ma aggiunge che “le cancellazioni causate da provvedimenti di autorità per il contenimento del Covid rientrano nelle cause di forza maggiore non prevedibili dalla compagnia aerea, di sicuro non è una buona notizia per chi si trova senza alloggio”.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014