Le buche in strada fanno “inciampare” le Assicurazioni di Roma

La terribile situazione del manto stradale fa scendere in piazza le associazioni dei consumatori che chiedono risarcimenti al Campidoglio. A farne le spese la compagnia del Comune che nel 2017 ha chiuso in utile.

Oltre al danno anche la beffa. Se da un lato, l’emergenza buche nella Capitale sta esasperando i romani, dall’altro rischia di pesare
sulle Assicurazioni di Roma, la controllata (74,35%) del Comune che copre i danni nel caso di incidenti nelle strade cittadine. Tutta
colpa della dissestata situazione delle vie romane, peggiorata con le abbondanti piogge: le buche nelle strade della Capitale si stanno
infatti moltiplicando esasperando la popolazione che assiste inerme ad un aumento degli incidenti. Non a caso sono scese sul
piede di guerra le associazioni dei consumatori con il Codacons che ha lanciato l’operazione “emergenza buche” invitando la
cittadinanza a chiedere i risarcimenti al Comune per i danni subiti attraverso moduli disponibili online
(https://codacons.it/emergenza-buche-roma-chiedi-risarcimento-dei-danni-subiti/).

Davvero un brutto affare per l’amministrazione di Virginia Raggi che paga un conto non suo fatto di decenni di scarsa e pessima
manutenzione. Come se non bastasse la questione pone anche un problema industriale per le Assicurazioni di Roma che rischiano
un aumento delle domande di risarcimenti. Già lo scorso anno del resto i numeri in ballo erano corposi: solo a Roma ci sono state più
di 5500 denunce per sinistri relativi alla responsabilità civile generale. Un dato, che come si legge nel bilancio 2017 delle
Assicurazioni di Roma, è sostanzialmente invariato rispetto all’anno prima. Ma che mette in moto una complessa e costosa
macchina. “Se il danno è chiaramente provocato dalla buca, l’ufficio relazioni con il pubblico può subito dare mandato per la liquidazione del danno fino a un massimo di quasi 13mila euro” spiega una nota del Codacons. Se questo non accade, il cittadino è costretto a ricorrere ad un organo di mediazione accreditato dal Ministero della Giustizia come l’Ordine degli avvocati, o direttamente alla Camera di Conciliazione di Roma.

Oltre i 13mila euro, tocca invece ricorrere alle carte bollate che spesso purtroppo raccontano casi di lesioni gravi o gravissime come nel caso di Massimiliano Riccialdi, la cui famiglia ha chiesto al Comune 7 milioni di euro come risarcimento per l’incidente in moto che ha ridotto il ragazzo in stato vegetativo.

Di tutto quello che sta accadendo nelle strade romane non c’è però traccia nel bilancio 2017 delle Assicurazioni di Roma, controllata
da Campidoglio (74,35%), Ama (9%), Atac (13,50%) e Cotral Patrimonio (3,15%): il “rischio buche romane” semplicemente non
è contemplato. Se ne trova riferimento, invece, nella corposa relazione sulla solvibilità che riferisce come i rischi maggiori
siano “quelli di incremento degli spread dei titoli governativi e quello combinato di incremento della sinistrosità attesa e di
incremento degli spread di +500 punti base”. Nel documento si puntualizza inoltre che anche in caso di stress estremo “la
Compagnia risulta pienamente solvibile su tutto l’orizzonte temporale” fino al 2020. La questione in un certo senso rasserena
l’amministrazione capitolina, preoccupata più per i conti che per la rapidità dei risarcimenti alle vittime della strada.

“L’azienda produce degli utili, sta lavorando bene, direi. Ci serve. E’ una società estremamente sinergica a Roma Capitale che anche noi (dopo l’ex commissario Francesco Paolo Tronca, ndr) abbiamo valutato di tenere” come spiegò tempo fa l’ex assessore Massimo
Colomban. La verità è che il Campidoglio avrebbe anche fatto a meno della mutua inizialmente destinata alla vendita. Ma, visto il
rischio da coprire, non è riuscita a trovare una compagnia che assicurasse il Campidoglio ad una cifra accettabile. E poi chi
avrebbe assicurato due società sull’orlo del collasso come Ama e Atac? Così alla fine la giunta Raggi ha dovuto fare di necessità
virtù rinnovando il contratto con le Assicurazioni di Roma almeno fino al 2020. Per le casse pubbliche il lato positivo è che la società
è solvibile e in utile e, assieme alla Acea, è una delle poche controllate che staccano cedole al Campidoglio.

La compagnia assicurativa presieduta da Gennaro Olivieri ha infatti archiviato il bilancio 2017 con un profitto netto da 14,7
milioni. Il risultato è in calo rispetto all’esercizio precedente (25,3 milioni) “a seguito delle importanti riduzioni tariffarie praticate ai Soci-Assicurati nei rinnovi contrattuali relativi all’annualità in ragione del riconoscimento dei benefici di mutualità” si legge nel bilancio 2017. In compenso la società è riuscita a recuperare crediti vantati da altre aziende pubbliche come Atac, Ama e Cotral e soprattutto sono state riconosciute con specifici atti le posizioni di credito vantate verso Roma Capitale. Ma l’operazione recupero crediti non è stata indolore soprattutto verso Cotral spa che ha deciso di uscire dall’azienda e di non far più assicurare i suoi mezzi dalla compagnia del Comune. Non senza strascichi legali.

In compenso, nonostante l’uscita di scena del cliente Cotral, anche nel 2017, Assicurazioni di Roma ha raccolto 43 milioni di premi
lordi (+14,5%).

Non resta da chiedersi cosa ci sia da attendersi a questo punto per il 2018. Il bilancio, approvato a fine marzo 2018, è ottimista anche
per via dell’ingresso in scena di un nuovo cliente importante: Acea. “La compagnia conseguentemente nel 2018 registrerà un
aumento dei premi, prefigurando per un perimetro di rischi maggiore, anche a seguito delle definende implementazioni
statutarie, che dovrebbe determinare una valore del fatturato prossimo ai 49 milioni di euro” si legge nel bilancio. Una buona
notizia per le casse pubbliche e per i romani che però chiedono al Campidoglio più attenzione per le strade e per i cittadini che sono
vittime di incidenti in una città in cui spostarsi in scooter può costare caro.

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