Fiap a governo: abbassare le tasse sugli immobili

Baccarini: “Serve un piano strutturale per far ripartire l’immobiliare e gli investimenti e far fronte al rischio recessione

(Immagine di repertorio)

Dopo i dati congiunturali negativi, che si registrano per la prima volta da quattro anni con il segno meno per la crescita del PIL, a fronte di un’economia che ancora non riparte l’intero settore immobiliare e le principali organizzazioni del comparto propongono al governo nuove misure per il rilancio del settore ed un piano di riforme strutturali, che possa far fronte alle minacce di recessione nel 2019 e all’economia che sta frenando.

Gli aspetti fiscali sono quelli che più preoccupano non solo gli agenti immobiliari professionisti, ma tutti gli operatori del settore. Un settore, che, come confermano tutti i dati macroeconomici su scala internazionale, è anticiclico e basilare per la ripresa. Questo infatti coinvolge non solo chi opera nel settore immobiliare propriamente detto, ma anche una lunga filiera, che va dalla chimica all’arredamento, alla manutenzione, ecc. Si pensi, fra l’altro, che un settore in stagnazione non riesce nemmeno ad avere adeguati finanziamenti dalle banche. Queste difficilmente finanziano l’edilizia, perché il rischio di invenduto è molto alto, a meno che un’azienda non possa dimostrare di aver già prevenduto addirittura il 70-80 per cento degli immobili.
Si tratta dunque di far ripartire un intero comparto, che forse negli ultimi mesi dà segni di vivacità, ma solo dal punto di vista numerico, non di valore. Nell’ultimo anno il valore del mercato immobiliare è crollato di un 17 per cento. Agire sull’eccessivo carico fiscale può certamente essere un modo per ridare fiato al Real Estate.

Gian Battista Baccarini, Presidente Nazionale Fiaip chiede dunque al governo di “approntare un piano strutturale di riordino e riduzione delle fiscalità per l’immobiliare. Poche cose semplici che possano avere una ricaduta pratica ed immediata, ingenerando fiducia negli investitori e rendendo più attrattivo il patrimonio immobiliare del nostro Paese. Oltre all’estensione della cedolare secca per tutte le realtà commerciali e la cancellazione dell’Imu per i negozi sfitti, bisogna introdurre in modo permanente (non solo per i contratti del 2019) la cedolare secca ai contratti di locazione ad uso diverso dall’abitativo, per tutti gli usi diversi dall’abitativo, come uffici, capannoni, laboratori, e non solo per le unità accatastate C1”.
Fiaip ha chiesto da tempo l’estensione della flat tax a tutte le tipologie contrattuali della locazione, comprese le locazioni a canone concordato ed auspica l’introduzione in maniera permanente dell’aliquota al 10% anche per le locazioni brevi.

Un’altra misura potrebbe essere la riproposizione degli incentivi fiscali per le permute, come stimolo all’efficientamento e al risparmio energetico, per un minor impatto ambientale per gli immobili usati.
Secondo Baccarini, “occorre fornire maggiori garanzie al locatore di rientrare in possesso dell’immobile in tempi certi, liberalizzare le locazioni commerciali, stabilizzare gli incentivi per la manutenzione, riqualificazione, efficientamento energetico con miglioramento sismico del patrimonio edilizio, oltre a semplificare la normativa riguardante i titoli edilizi. Rendere più attrattivo il patrimonio immobiliare italiano significa infine introdurre nuove misure di stimolo e di sostegno alla rigenerazione urbana.”

“Dal 2011 in poi tutti i Governi che si sono succeduti hanno usato le case degli Italiani come un Bancomat. E’ naturale chiedere al Governo oggi un netto segno di discontinuità”.

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