Corruzione, Cna Roma: per 70% imprenditori é routine nella Pa
indagine nel Lazio: colpa di regole poco chiare


La maggior parte delle piccole e medie imprese del Lazio pensa che i fenomeni di corruzione e collusione costituiscono una realtà “normale” all’interno delle pubbliche amministrazioni. E’ quanto emerge dal focus ‘corruzione’ di un’indagine della Cna Roma e Lazio e della Cer condotta su un campione di 500 imprese della regione dopo la maxi inchiesta sulla cosiddetta Mafia Capitale. In base all’ indagine, il 42,7% delle imprese è totalmente d’accordo sul fatto che “i fenomeni di corruzione e/o collusione sono realtà ‘normale’ nelle pubbliche amministrazioni”, ma a questa percentuale si aggiunge un ulteriore 30,9% che si dichiara abbastanza d’accordo con tale affermazione. Tutt’altro che rassegnati, gli imprenditori (uno su quattro) si sono dotati di un codice di condotta o hanno adottato politiche anti-corruzione e anti-collusione. Dall’indagine emerge che l’ingranaggio più vulnerabile sono gli appalti pubblici: un quarto delle pmi dice di aver partecipato almeno una volta a una gara in Italia. Quattro su dieci di questo campione, dicono di aver percepito nei propri concorrenti comportamenti e azioni per influenzare impropriamente la procedura di affidamento. La ricetta suggerita dalle imprese alle istituzioni è semplice: un quadro normativo più chiaro, aumento dei controlli e pene più severe. (G.I.)