Famiglia: Blangiardo, è necessario favorire la natalità 

Dal 2013 in continua discesa. Secondo il presidente dell’Istat non esiste un clima culturale sul ‘’valore’’ dei figli

 

 

Intervistato  da ‘’Il Foglio’’,  il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo lancia un allarme sulla bassa natalità e denuncia una scarsa attenzione verso le famiglie. Criticando quota 100 afferma che “la nostra spesa è molto sbilanciata sulle pensioni, mentre spendiamo poco per le famiglie” e riguardo al reddito di cittadinanza sostiene che “non copre tutta la povertà assoluta e non tiene in particolare considerazione le famiglie numerose’’.

Blangiardo sottolinea che siamo in presenza di una débâcle del tasso di natalità. ‘’Dal 2013 – rileva – facciamo il record della più bassa natalità di sempre, e ogni anno sempre più in basso. Un primo obiettivo  – sostiene – è fermare la febbre, bloccare la discesa. Successivamente si può pensare a invertire la tendenza sulla fecondità, che dipende dai modelli riproduttivi, dalle scelte delle coppie e delle famiglie. Anche in altri paesi europei il tasso di natalità è sceso, ma a un certo punto c’è stata un’inversione di tendenza, magari non esagerata, penso a Germania, Danimarca, Austria, Ungheria, Repubblica ceca. E’ la dimostrazione che qualcosa si può fare’’.

Secondo Blangiardo i dati dell’Istat sulla copertura sul territorio rispetto alla domanda di asili nido mostrano che in certe aree del paese, nel Mezzogiorno in particolare, la situazione è drammatica. In altre lo è meno, ma il problema sussiste. ‘’Poi c’è da dire – sottolinea – che non esiste un clima culturale favorevole ai figli. Chi fa tre figli non ha alcun riconoscimento sociale, nessuno si ricorda che quei bambini pagheranno le future pensioni. Recuperare questo tipo di valore è una piccola cosa, ma può aiutare”.

“I dati Ocse sulla parte del pil che finisce alle famiglie – aggiunge – dicono che non siamo ben messi, siamo verso la coda. Spendiamo 490 per euro pro capite per la famiglia mentre la media europea è 690 euro, in Germania è 1.233 euro e in Francia 815 euro. La Germania è un altro paese che avrà problemi sull’invecchiamento, ma ha già lanciato un segnale positivo. Noi siamo molto sbilanciati sulle pensioni e bloccati dal debito pubblico, con un deficit che non può andare oltre certi limiti”.

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