Usa, la Camera dice sì all’impeachment per Trump

Il presidente: "Vogliono annullare la mia lezione, confido nel Senato"

La Camera americana dice sì all’impeachment per Trump. Il presidente degli Stati Uniti è il terzo presidente Usa nella storia ad essere posto in stato di accusa dal Congresso federale. La Camera dei rappresentanti, controllata dal Partito democratico, ha approvato l’impeachment nella notte di ieri (ora locale), al termine di un dibattito fiume di otto ore sui due capi d’accusa mossi al presidente dai suoi avversari: abuso di potere e ostruzione del Congresso. Prima di Trump, sono stati sottoposti a impeachment solo Andrew Johnson, nel 1868, e Bill Clinton, nel 1998. I due capi d’accusa ruotano attorno alle presunte pressioni di Trump sul suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, affinché Kiev riprendesse le indagini a carico del figlio di Joe Biden, ex vicepresidente e candidato di punta alla presidenza Usa del Partito democratico.

Secondo i promotori dell’impeachment, Trump ha minacciato la sicurezza nazionale sospendendo per alcune settimana lo stanziamento di aiuti militari all’Ucraina, presumibilmente a fini ricattatori e per giovare all’interesse personale della sua rielezione. I Repubblicani si sono schierati compattamente contro questa tesi, che sostengono sia smentita sia dalle trascrizioni delle conversazioni telefoniche tra Trump e Zelensky, sia dalla sola testimonianza diretta dei fatti udita dal Congresso nelle scorse settimane.

I Repubblicani, così come lo stesso Trump, hanno inoltre accusato i Democratici di perseguire apertamente l’impeachment contro il presidente sin da prima del suo insediamento alla Casa Bianca. Trump ha accompagnato il dibattito alla Camera con una serie di tweet: “Non ho fatto nulla di sbagliato”, ha scritto il presidente, accusando i suoi avversari politici di non aver mai accettato l’esito delle elezioni del 2016. La presidente democratica della Camera, Nancy Pelosi, ha ribadito invece la posizione del suo partito: “Il presidente ha usato i poteri del suo ufficio per ottenere un beneficio politico e personale improprio, a discapito della sicurezza nazionale”, ha dichiarato la leader democratica. Secondo Pelosi, i Democratici hanno dovuto agire per preservare “l’integrità delle nostre elezioni.

L’impeachment aggrava la frattura che attraversa la classe politica e l’elettorato Usa, a soli due mesi dall’avvio delle primarie di partito in vista delle prossime elezioni presidenziali. Il giudizio finale in merito alle accuse mosse a Trump spetterà al Senato federale, controllato dai Repubblicani, che si sono schierati compattamente dalla parte del presidente. L’avvio della procedura di impeachment ha diviso  l’opinione pubblica statunitense, ma per il momento il consenso al presidente in carica non pare aver subito alcun contraccolpo.

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