Coronavirus, Conte: prime dosi vaccino a inizio dicembre

Ma per contenere completamente pandemia aspettare primavera

“Se le ultime fasi di preparazione (il cosiddetto ‘rolling value’) del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-Astrazeneca ) saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all’inizio di dicembre”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Bruno Vespa per il libro “Perché l’Italia amò Mussolini (e come ha resistito alla dittatura del Covid)” in uscita il 29 ottobre da Mondadori Rai Libri.

“Già all’inizio avremo i primi due o tre milioni di dosi – ha precisato Conte – Altri milioni ci arriveranno subito dopo. La Commissione europea ha commissionato ad Astrazeneca e ad altre società alcune centinaia di milioni di dosi. Penso che per contenere completamente la pandemia dovremo aspettare comunque la prossima primavera”.

Il ministro della Salute Roberto Speranza aveva indicato in operatori sanitari, forze dell’ordine e anziani nelle Rsa le categorie da vaccinare prima, perché più esposte al contagio. Arrivare a coprire tutta la popolazione, poi, sarà un lavoro che richiederà mesi o anni. Anche perché l’immunità del vaccino comincia circa un mese dopo l’inoculazione e la maggior parte dei vaccini allo studio (Oxford incluso) prevede un richiamo uno o due mesi dopo la prima dose. Secondo Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di  microbiologia dell’università di Padova, “Non penso che se ne parli prima del 2022. Solo allora tutti potranno avere accesso a un vaccino che funzioni”. Uno dei dubbi più importanti del vaccino è quanto sarà duratura la sua protezione. Il timore è che non si vada oltre uno o due anni. In questo caso, terminata l’immunizzazione di tutta la popolazione, sarà già tempo di ripartire da capo.

La Gran Bretagna intanto ha autorizzato un cosiddetto “Human Challenge”. Ieri ha annunciato che testerà prima il vaccino su alcuni volontari, poi li sottoporrà a un contagio intenzionale, iniettandogli piccole dosi di virus nel naso. In questo modo sarà possibile controllare in tempi rapidissimi l’efficacia dell’immunizzazione. Si tratta di una decisione controversa, perché ammette la possibilità di far ammalare persone sane, con un virus che può mettere in difficoltà anche organismi giovani. Il vantaggio è che permetterà di valutare nel giro di poche settimane l’efficacia di un vaccino.

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