Gay, bergogliani e tradizionalisti sulle barricate dopo parole del Papa

“Ciò che dobbiamo creare e' una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”, dice Francesco. I favorevoli e i contrari

Il Papa
Papa Francesco

L’ultimo pronunciamento di Papa Francesco ha scatenato l’ennesimo acceso confronto- scontro tra tradizionalisti e bergogliani. La sua è una palese apertura alle unioni civili per i gay, un’apertura che non è nuova, ma che ieri è stata ribadita in modo molto netto.

Nel documentario ‘Francesco’, del regista Evgeny Afineevsky, presentato ieri alla Festa di Roma, il Pontefice pronuncia parole inequivocabili e in un certo senso storiche: “Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Cio’ che dobbiamo creare e’ una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”. Lo dice parlando in spagnolo ad una coppia gay, invitandoli anche a continuare a portare i bambini in parrocchia al di la’ degli eventuali giudizi.

Insieme al regista a presentare il documentario a Roma c’era Juan Carlos Cruz, vittima e attivista cileno contro gli abusi sessuali. “Quando ho incontrato PAPA Francesco mi ha detto quanto fosse dispiaciuto per quello che era successo. Juan, e’ Dio che ti ha fatto gay e comunque ti ama. Dio ti ama e anche il PAPA poi ti ama”.

Le parole del PAPA hanno suscitato un’ondata di reazioni. E se monsignor Bruno Forte, il teologo che lo ha supportato nel Sinodo sulla famiglia, dove comunque gia’ erano state espresse larghe aperture rispetto al mondo omosessuale, spiega che il PAPA fa una distinzione tra la “tutela dei diritti” che va garantita a tutti e “la famiglia voluta da Dio” che e’ l’unione tra un uomo e una donna, i commenti parlano di “parole che cambiano il corso della storia”. “Il sostegno del pontefice alla legge sulle unioni civili, per come raccontato nel documentario presentato alla Festa del cinema di Roma, e’ senza dubbio una gradita sorpresa”, afferma Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. E Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, chiede ora al PAPA un’apertura sulla legge contro l’omotransfobia.

 “Le parole di Papa Francesco sulle unioni civili sono importanti e positive – commenta Alessandro Zan, deputato Pd e relatore proprio del ddl contro omotransfobia – perche’ riconoscono il diritto delle persone lgbt+ alla vita familiare, dando dignita’ a ogni genere di amore e progetto di vita. Sono parole che certamente aiutano il contrasto all’odio e alle discriminazioni”.

Risponde Vittorio Sgarbi: “Anche il Papa è vittima di una della più gravi forme di corruzione relativistica, cioè il cedere al costume, alla moda. Se una moda prevale sui valori la società è finita. Anche il Papa è vittima della moda, ma i valori restano intatti perché sono fermi nella storia dell’uomo. Il Papa è caduto nel relativismo”. 

Il senatore della Lega Simone Pillon, molto vicino alle associazioni Pro-vita o Family Day, chiede di “non strumentalizzare le parole del Papa per legittimare la assurda proposta legge Zan. Da sempre il magistero della Chiesa insegna il rispetto e l’accoglienza per tutti – sottolinea Pillon -, comprese evidentemente le persone con orientamento omosessuale, quindi Francesco non ha detto nulla di nuovo. Un conto pero’ e’ portare rispetto, un altro conto e’ imporre il gender nelle scuole o vietare ogni dissenso all’utero in affitto, o elargire milioni di euro alle lobby Lgbt come propongono di fare Zan e compagni”. Ma è chiaro che chi, come Pro Vita, ha sempre criticato le unioni civili non vede di buon occhio la presa di posizione del Papa.

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