Porte chiuse anche alle settimane bianche
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Il calo della curva epidemica ormai e’ conclamato, e anche gli ospedali iniziano a respirare, ma non e’ il momento di abbassare la guardia per non ripetere gli errori di agosto: “Dobbiamo dirlo con chiarezza, sara’ un Natale diverso, un Natale Covid. Il primo e speriamo l’ultimo”. Nel consueto punto stampa settimanale a commento dei dati della Cabina di Regia, all’indomani della decisione di abbassare il livello di allerta in diverse regioni tra cui Lombardia e Piemonte, il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanita’, Silvio Brusaferro, avverte: “I dati dell’epidemia migliorano, ma non dobbiamo assolutamente rallentare le misure e rilassarci. Il sovraccarico e’ ancora alto in moltissime regioni”. Perche’ “la curva si appiattisce ma e’ ancora molto significativa, e se non decresce molto rapidamente diventa un fattore critico. Bisogna continuare a ridurre drasticamente le interazioni fisiche e le occasioni di aggregazione”. Peraltro “la situazione e’ un po’ a meta’. Ci sono delle Regioni dove negli ultimi 15 giorni c’e’ una decrescita, e alcune che invece mostrano una crescita”, e complessivamente “abbiamo ancora un’incidenza piuttosto elevata, 321 casi per 100mila nei 7 giorni”.
L’attenzione e’ soprattutto al Natale, ormai alle porte: il timore degli esperti e’ che possa diventare una sorta di nuovo Ferragosto, quando il ‘liberi tutti’ ha gettato le basi per l’impennata autunnale: “Io credo che dovremo immaginare un Natale che ha una sua unicita’”, ha scandito Brusaferro. “Dove gli affetti, le aggregazioni, la condivisione, dovremo viverle in una dimensione Covid. Ora e’ tempo di abbassare la curva, con questi numeri e’ molto difficile immaginare qualsiasi tipo di spostamento di massa o forme di aggregazione o raduni”. Il rischio e’ concreto e immediato: “L’errore peggiore che possiamo fare in questa fase e’ quello di rilassarci. Se allentiamo l’attenzione in una o due settimane la curva riparte”.
Stesso discorso per la fine dell’anno, come sottolineato dal Presidente del Consiglio Superiore di Sanita’, Franco Locatelli: “E’ chiaro che per esempio quello che siamo abituati a vedere a Capodanno e’ assolutamente inimmaginabile e incompatibile con la situazione epidemica, mi riferisco agli assembramenti nelle piazze e nelle strade. Questo va detto con assoluta chiarezza”.
Porte chiuse anche alle settimane bianche: “I numeri attuali dell’epidemia ancora non sono compatibili con l’apertura degli impianti sciistici. Su questo sono sicuro che un messaggio forte e univoco lo daranno anche gli altri paesi europei”, ha detto Locatelli. In generale, comunque, trapela la soddisfazione per una sfida ancora non vinta ma indirizzata sulla buona strada, ossia riuscire a controllare la curva senza il lockdown totale ma con il sistema dei ‘colori’: “Questo impianto che il nostro Paese sta adottando – ha sottolineato Brusaferro – con il contributo delle Regioni, dello Stato, di tutti gli organi che rappresentiamo, il commissario straordinario, il Cts, sta mostrando che e’ in grado di modellare la curva e rispondere con flessibilita’ da parte del servizio sanitario nazionale, e questo e’ figlio di un investimento, di una programmazione, di un impegno enorme”. Che ha portato a un altro dato positivo: “La curva ricoveri comincia ad andare verso l’appiattimento. E’ un dato importante”, ha rilevato il presidente dell’Iss. E si allontana anche lo spettro della saturazione delle terapie intensive.
Insomma, i dati sono incoraggianti ma dietro l’angolo c’e’ il rischio della ripartenza della curva, come abbiamo gia’ visto a nostre spese dopo l’estate: “Vediamo in questa settimana una decelerazione piu’ marcata dell’epidemia, e ci aspettiamo nei prossimi giorni una riduzione anche dei decessi”, ha sintetizzato Locatelli. “E’ importante pero’ che l’allentamento non venga visto come una rinunzia a tutte quelle strategie e comportamenti individuali responsabili che ci hanno consentito di ottenere questi risultati”.
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