Una passeggiata in centro per sbirciare nelle varie vetrine è di una mestizia unica. L'assenza di clienti regna sovrana. Ma non è rigore. E' incertezza
Nero Natale
Altro che Bianco Natale! Queste feste 2018, da un punto di vista commerciale, si presentano nere come il carbone.
Fonti ufficiali stimano ad oggi, un calo medio degli acquisti superiore al 20%.
I negozi del centro di Roma sono pressochè deserti e piange il cuore vedere i commessi che, per far qualcosa, piegano e sistemano sempre gli stessi capi sugli stessi scaffali. Anche la gente che incrociamo non dimostra alcuna fretta e frenesia, anzi il “ciondolamento” è la nuova modalità per “sogguardare” le vetrine. Pochi, pochissimi i sacchetti, più o meno firmati, al braccio dei passanti.
Facendo finta di niente entriamo nelle botteghe e nelle boutique; si sa, una parola tira l’altra e si arriva alle lacrime dei commercianti appena tocchiamo l’argomento acquisti natalizi. Ci dispiace per il loro sconforto ma allo stesso tempo ci sorprende molto. Chissà cosa si immaginavano!? Prima gli sconti del mid season sales, poi il black friday (su cui tutti hanno puntato molto e tanti hanno giocato sporco), ora le offerte speciali per clienti speciali e fra poco i saldi di fine stagione!
Queste cose, ci rendiamo conto, le ripetiamo spessissimo ma, ahinoi sono VERISSIME e BASILARI per il cattivo andamento delle vendite A tutto questo si sommano ragioni prettamente cittadine che sembrano pensate per remare contro il commercio. Tragica la scelta di portare la ZTL alle 19, ora in cui i negozi chiudono e la gente si tappa in casa. Fermate centrali e di primaria importanza per lo shopping e lo struscio della metro: chiuse, stop inspiegabili e lunghissimi dei treni, autobus con orari imprevedibili e tante INUTILI zone pedonali.
Insomma il Campidoglio non capisce che, va bene la lotta all’inquinamento degli scarichi, ma che tutte queste scelte sconclusionate, stanno portando il Centro della nostra Città, alla desertificazione più totale. Dimmi tu che divertimento c’è nel passeggiare ramingo tra negozi con le serrande abbassate, bar chiusi, e strade male illuminate (tranne in questi giorni). Ti prende uno sconforto che non puoi mitigare con nulla. Perchè non c’è nulla. Allora torni a casa disamorato dalla situazione e ti chiedi: “cosa mi ha spinto ad uscire di casa?”. Pessima sensazione per un cittadino! Tutti i negozianti con cui si parla danno la colpa del malandare all’e-commerce e ai colossi del low cost e ai centri commerciali.
Ma, in realtà questa pericolosa inversione di tendenza ha radici ben più profonde e serie e si conferma una “crisi” che ogni anno peggiora. Non è un ritrovato rigore nè una francescana cognizione del Natale. Purtroppo è un rovinoso mix di SFIDUCIA, INSICUREZZA, TIMORE per un futuro dai contorni sempre più vaghi.
Il genio civile viene chiamato in soccorso della Capitale per tapparne le buche (già che c’è potrebbe pure cercare di chiudere anche qualche “falla” gestionale!). La monnezza romana gira senza meta e nessuna discarica se l’accolla. Se qualche anima pia la prende la Capitale deve pagare cifre da capogiro. E questo fa malissimo ai conti di Roma. Cerchiamo di fare la differenziata? E’ voce fondata che solo il 10% di quello che scartiamo va al riciclo il restante 90% diventa indifferenziata e va bruciato! E visti i continui roghi vien da pensare che TUTTA la spazzatura sia destinata (per cause varie) al rogo! A questa panoramica (scoraggiante) va aggiunto che, per quanto riguarda il saldo negativo delle vendite natalizie, le associazioni di categoria hanno fatto fronte comune e scritto al Sindaco Raggi perchè prendesse dei provvedimenti per facilitare lo shopping. La succitata nemmeno si è degnata di rispondere. Di fronte a tutto ciò e all’inabilità silenziosa ma controproducente delle istituzioni abbiamo tutte le ragioni possibili per NON aver voglia di fare super festeggiamenti e grandi regali.
Di questa nuova debacle sogghignerà la UE e piangerà l’Italia, ormai arenata e sempre più arrancante dietro ad una crescita che è solo un miraggio e una speranza.