L’obiettivo degli accordi siglati è migliorare la condizione delle persone detenute nella Capitale
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, l'assessora alle Politiche sociali di Roma, Barbara Funari, la garante dei detenuti di Roma, Valentina Calderone e il provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria, Giacinto Siciliano nella sala delle Bandiere in Campidoglio a Roma.
Poter richiedere libri in prestito all’interno delle biblioteche circondariali, accedere a servizi di orientamento al lavoro e alla formazione. Un servizio di ascolto per i detenuti che non hanno i familiari o agevolare l’erogazione dei servizi anagrafici. Tutte queste attività, nei cinque carceri di Roma, sono previste da quattro protocolli operativi, firmati nell’ottobre 2023 tra Roma Capitale e il ministero di Giustizia – Provveditorato regionale del Lazio, Abruzzo e Molise del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, presentati oggi in Campidoglio. Alla conferenza stampa sono intervenuti, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, l’assessora alle Politiche sociali di Roma, Barbara Funari, l’assessore alla Cultura di Roma, Massimiliano Smeriglio, il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, Giacinto Siciliano e la garante dei detenuti di Roma, Valentina Calderone. L’obiettivo degli accordi siglati è migliorare la condizione delle persone detenute nella Capitale e aiutare il percorso di reinserimento sociale. Gli ambiti di applicazione dei protocolli sono divisi per competenza: sociale, orientamento al lavoro, biblioteche, servizi anagrafici e di stato civile.
Con questi protocolli Roma Capitale mette a sistema tutti i servizi offerti in favore della popolazione reclusa nei cinque istituti penitenziari della Città: Rebibbia reclusione, Rebibbia Nuovo complesso, Rebibbia femminile, Terza casa e Regina coeli. “Non presentiamo solo un programma futuro – ha sottolineato il sindaco Gualtieri – ma anche un lavoro in corso per rafforzare il supporto che Roma Capitale può offrire affinché la pena sia anche un percorso di inserimento sociale, lavorativo e culturale”. Prima della sottoscrizione dell’Intesa “era tutto lasciato all’improvvisazione. Ora è stata attivata una rete di semplificazione”, ha concluso Gualtieri. “Per noi è importante che chi vive nelle carceri romane abbia accesso a tutti i diritti di cittadinanza – ha osservato l’assessora Funari -. Questi protocolli operativi mettono in campo un percorso che possa anche garantire che dopo, quando si esce da un carcere, non si rimanga disorientati e senza risposta ma si cominci anche nel periodo di detenzione a costruire un futuro possibile”.
Per questo motivo, il fronte culturale è rilevante sia dal punto di vista dell’orientamento formativo sia professionale. “Si lavora verso la realizzazione di un Sistema di biblioteche interno alle Case circondariali dando anche possibilità lavorative e di miglioramento. Ora nelle 16 biblioteche all’interno delle carceri ci sono oltre 50 mila titoli presenti, ed è possibile richiedere dei libri in prestito”, ha precisato l’assessore Smeriglio. Inoltre, la formazione professionale per i detenuti è utile allo scopo di prevenire le recidive e strutturare piani individuali più adeguati. “Troppo spesso i percorsi si interrompono perché non c’è chiarezza sulle competenze – ha sottolineato Siciliano -. I nuovi protocolli ci aiutano a definire ambiti di azione nei percorsi di reinserimento”. Con queste novità “per la prima volta si schematizzano una serie di servizi, e adesso possiamo cominciare a lavorare sul serio”, ha concluso la garante Calderone.