Categorie: Green City

I tram e Roma: un mezzo di trasporto antico che non passa mai di moda

La rete tranviaria ha una storia antica, che affonda le origini nella Roma post papalina

Pubblicato da

Il tram a Roma ha una storia antica, che affonda le proprie origini nella Roma post papalina. Qualche cenno storico aiuta a capire quanto radicata sia a Roma la ‘tradizione tranviaria’ e quanto ancora oggi – negli anni Venti del terzo millennio – il tram ancora goda di buona fama e sia protagonista di diversi progetti per la mobilità cittadina. I primi mezzi di trasporto su rotaia – non a motore ma trainati dai cavalli – si sono visti poco dopo l’arrivo degli italiani a Roma, nel 1870. All’epoca l’iniziativa fu della Società Anonima per l’esercizio di Ferrovie e Tramvie Economiche (TFE), a capitale belga, che realizzò le prime reti urbane della neo capitale italiana: quella tra piazzale Flaminio e Ponte Milvio, una parte del tracciato dell’attuale percorso del tram 2 e quella tra Termini e il Verano.

Per vedere i primi tram elettrici su larga scala bisogna attendere i primi anni del Novecento, quando la Società Romana Tram Omnibus (SRTO) iniziò a gestire una rete di diciassette liee tranviarie con un parco di oltre 140 mezzi. Dopo la Prima guerra mondiale si giunse a una grande espansione della rete tranviaria, con circa 140 km di impianti e ben 800 motrici che coprivano tante zone della Capitale: Monte Sacro, Garbatella, via Prenestina, Parioli, viale Aventino, Corso d’Italia e San Lorenzo. Mentre il secondo conflitto mondiale provocò danni ingenti alla rete tranviaria e ai mezzi pubblici di Roma, dagli anni Sessanta – con il boom economico e con le olimpiadi romane del 1960 – si valorizzò il traffico veicolare a scapito dei tram: vennero soppresse le circolari interne CD e CS e parte della circolare esterna ES. Stessa sorte avvenne per le linee dei Parioli, di Piazzale Flaminio-Ponte Milvio, per le linee lungo via Taranto e per quella di via dei Cerchi e di via Merulana. Poi, nel 1967 fu tolto il binario fra piazza Indipendenza e piazza Istria e nel 1972 i tram sparirono da piazza Indipendenza e da piazza Zama.

Oggi la rete tranviaria di Roma consta di sei linee per un totale di circa trenta chilometri, un numero infinitamente più basso rispetto all’estensione del passato.
Troviamo la linea 2, che collega Piazzale Flaminio a Piazza Mancini e che ricalca il tracciato degli anni Settanta dell’Ottocento. È antica anche la storia della linea 19, che unisce – in un percorso lunghissimo – Piazza Risorgimento e Piazza dei Gerani a Centocelle, istituita negli anni Settanta del Novecento. Poi c’è la linea 5 e la 14: la prima unisce Termini con Gerani, la seconda Termini con Togliatti, entrambe attraverso la Via Prenestina.

Poi c’è il caso della linea 3, che collega Stazione Trastevere con Valle Giulia passando per Piramide, San Giovanni e Viale Regina Margherita. A causa di lavori per il rifacimento della sede tranviaria, dal 2005 al 2016 (ben undici anni, un’infinità) il tram 3 è stato rimpiazzato da tram sostitutivi. La più recente linea tranviaria è l’8, nata nel 1998 come collegamento tra Largo di Torre Argentina e Casaletto. Negli ultimi anni, il capolinea del tram è stato spostato a da Largo Argentina a Piazza Venezia con l’istallazione della sede tranviaria a via delle Botteghe Oscure.
Recentemente, anche grazie al PUMS, l’attenzione rivolta dall’amministrazione allo sviluppo della rete tranviaria ha subito un’importante accelerazione. Il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile è un piano strategico per sviluppare un sistema partecipato, funzionale e monitorato della mobilità romana nei breve, medio e lungo periodo.
Tra le opere finanziate con la legge di bilancio n.205/2017, art. 1, comma 1072, ci sono anche interessanti progetti su ferro. Tra questi, la tranvia Togliatti, che collegherà la stazione metropolitana di Ponte Mammolo (linea B) con quella di Subaugusta (linea A), percorrendo tutto viale Palmiro Togliatti, scambiando con la nuova linea C presso il nodo di Centocelle e con la linea ferroviaria regionale FL2 presso il viadotto di sovrappasso della linea ferroviaria stessa (fermata Palmiro Togliatti). Otto chilometri di linea per un costo previsto di 184 milioni di euro. Poi c’è il collegamento della Tiburtina, tra il Verano e la stazione, circa un chilometro e mezzo di tracciato che costerà oltre venti milioni di euro. Il progetto più ambizioso e costoso
riguarda la Linea G, che altro non è che la riqualificazione della ferrovia Roma-Giardinetti, potenziata a prolungata a Termini da un lato, e all’università di Tor Vergata dall’altro. Costo del progetto: 213 milioni di euro.
Infine ci sono le istanze di finanziamento per due progetti molto interessanti: la linea tranviaria Termini-Vaticano-Aurelio e quella da Piazza Venezia a Piazza Vittorio. Il primo è un progetto risalente agli anni Novanta che prevede un percorso lungo 8.319 metri e diviso in due tratte: da Termini a piazza Giureconsulti e da ponte Vittorio Emanuele II a piazza Risorgimento con una parte di percorso (da Termini alla confluenza tra corso Vittorio e lungotevere) comune a entrambe. Le 22 vetture previste in dotazione consentiranno di trasportare 90mila passeggeri/giorno, con una frequenza di passaggio, nelle ore di punta, di 3 minuti. Il secondo tracciato, lungo 2,1 km, parte dal lato corto di piazza Vittorio Emanuele

II, prosegue su via dello Statuto, supera largo Brancaccio e si immette su via Giovanni Lanza verso piazza di San Martino ai Monti, quindi prosegue su via Giovanni Lanza e attraversa largo Visconti Venosta per innestarsi su via Cavour sino a Largo Corrado Ricci. Proseguendo su via dei Fori Imperiali raggiunge piazza San Marco, attuale capolinea della linea 8, che, tramite una nuova sistemazione, diventerà una fermata di passaggio.

Insomma, a Roma questo mezzo di trasporto ottocentesco sembra avere un avvenire tutt’altro che superato e vintage.

Pubblicato da
Tags: Mobilità