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Biotestamento, la Cei è dura ma non schiera i cardinali

Nessun pronunciamento diretto né dal presidente della Cei Bassetti, né dal segretario generale Galantino né dalla diocesi di Roma

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La Chiesa è stata chiara sul biotestamento ma ha preferito non impegnare i suoi pezzi da novanta. Non ha voluto parlare il segretario generale della Cei mons. Nunzio Galantino, il presidente il cardinale Bassetti ha citato genericamente il tema del fine vita, nessun pronunciamento da parte della diocesi di Roma. L’unico a citare direttamente la legge è stato il direttore dell’Ufficio Cei per la Salute, don Massimo Angelelli, tutto sommato una figura non di primo piano.

“La valutazione non e’ positiva, non possiamo riconoscerci in questo testo”, dice Angelilli. A suo dire “tutela i medici sollevandoli da ogni responsabilita’, tutela le strutture sanitarie pubbliche, tenta di ridurre la medicina difensiva spostando sul malato l’onere della responsabilita’ delle scelte, ma sembra poco efficace nella tutela dei sofferenti. Sono molte le incertezze nella applicabilita’ di questa legge”.

La Cei ha preferito mandare avanti i laici impegnati nella Chiesa. “E’ chiaro che valuteremo caso per caso le volonta’ espresse dal paziente, ma prevedo un forte margine nel ricorso all’obiezione di coscienza da parte dei medici cattolici”, afferma il vicepresidente dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci) Giuseppe Battimelli, esprimendo “rammarico e contrarieta’” per la approvazione della legge sul Biotestamento. Inoltre, la “esclusione della possibilita’ di sottrarsi all’applicazione della legge da parte di strutture sanitarie private accreditate, che hanno codice etico diverso, appare incostituzionale”.

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