Categorie: Cronaca

Papa Francesco da Fazio: mi piace la musica classica, pure il tango

Il pontefice è stato intervistato in diretta a ‘Che tempo che fa’ a Rai3. Migranti, povertà, perdono, pandemia, ma anche aspetti più intimi nell’intervista

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Anche Papa Francesco ascolta musica, la musica classica, e soprattutto il tango. Nell’intervista di questa sera a Che tempo che fa su Rai3 da Fabio Fazio, Francesco ha ricordato quando è andato a visitare alcuni suoi amici che avevano ristrutturato un negozio vicino a Pantheon. “Ascolto musica, mi piacciono tanto i classici. Anche il tango mi piace molto. Un porteño (uomo di Buenos Aires, ndr) che non balla il tango, non è un porteño”, ha detto.

Francesco ha detto di avere amici, pochi, ma buoni. “I papi di prima erano santi, io non me la cavo, non sono tanto santo, per questo ho bisogno dei rapporti umani”, e “per questo non sono andato negli appartamenti vaticani”: perche’ “l’amicizia mi fa forza, e ne ho bisogno, non ne ho tanti amici, sono pochi, ma sono veri. Prima di entrare in seminario, voleva entrare a medicina, e gli piaceva tanto la chimica. Che cosa voleva fare da piccolo? Il macellaio. La miglior cura? L’umorismo. E ai telespettatori ha detto: “Se qualcuno non prega, mi mandi buoni pensieri. A voi dico: cento preghiere”.

Non poteva mancare un passaggio sui migranti. “Con i migranti quello che si fa è criminale. Per arrivare la mare soffrono tanto, ci sono filmati sui lager, uso la parola sul serio: lager in Libia. Cosa soffrono? Vogliono fuggire. I filmati sono nella sezione del dicastero umano – ha affermato il Papa – Soffrono, poi rischiano per attraversare il Mediterraneo, alcune volte sono respinti da chi ha responsabilità locale e dicono: no, qui non vengono e muoiono sul mare”.

Ma anche le tante povertà che affliggono la nostra società sono state al centro dell’intervista, solo a Roma ci sono 8 mila senzatetto, di questo Papa Francesco aveva parlato a novembre col sindaco Gualtieri. “Vediamo poveri, migranti che muoiono, bambini che hanno fame, vediamo le ingiustizie ma c’è la tentazione molto brutta a guardare da un’altra parte. Guardiamo, ci lamentiamo un po’ e poi è come se nulla fosse accaduto. E’ necessario sentire e toccare, non basta vedere. Entra la psicologia dell’indifferenza – ha affermato Papa Francesco da Fazio  – Ci manca toccare le miserie. Penso ai medici, agli infermieri che hanno dato la vita in pandemia, hanno toccato il male e scelto di rimanere con gli ammalati. Il tatto è il senso più completo, pieno, quello che ci mette la realtà nel cuore. Toccare è farsi carico dell’altro, se guardiamo senza toccare con le mani il dolore della gente, mai potremmo trovare una soluzione, una via”.

Sulla pandemia Francesco è stato chiaro: C’è un problema di aggressività”, acuito dalla pandemia, ha detto ospite di ‘Che Tempo Che Fa’ su Rai3. Per il Santo Padre a testimoniare questa crisi “è l’aumento dei suicidi giovanili. Ed ancora, “con i media guardiamo tutto, è una tragedia, poi non guardiamo più”, ma “non basta vedere e necessario sentire, toccare” perché “toccare ci porta all’eroicità, e “penso ai medici e agli infermieri, che hanno toccato il male e sono rimasti lì con i malati.

Sul male, Papa Francesco non è riuscito a dare una risposta netta. “Una domanda a cui mai sono riuscito a rispondere e’ ‘perche soffrono i bambini?’ Non ho risposte a questo. Non c’e’ risposta. Lui e’ forte nell’amore, l’odio la distruzione e’ nelle mani di un altro. Nel rapporto di Dio col Figlio potremmo vedere cosa c’e’ nel cuore di Dio quando accadono queste cose”. E da Fazio, ha dunque precisato: “Gesu’ mai ha dialogato col diavolo: o lo caccia o gli risponde con la Bibbia, questo vale per tutte le tentazioni. Alla domanda perche’ soffrono i bambini trovo solo la risposta soffrire con loro. In questo ha ragione Dostoevskij”.

E poi: “Dio ci ha fatto buoni ma liberi e la libertà è quella capace di fare tanto bene e tanto male. Siamo liberi. Dio ci ha lasciato liberi di fare bene o male. Forse qualcuno si scandalizza, ma la possibilità di essere perdonato è un diritto umano, tutti noi abbiamo diritto a essere perdonati se lo chiediamo. Se hai debiti con la società, arrangiati per pagarlo, ma con il perdono. Il padre aspettava il figlio per il perdono, ma lui non lo sapeva”.

 

 

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