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Roma al top dei consumi alimentari in Italia, più di 4.250 ad abitante

Indagine dell’Istituto Tagliacarne. Dopo la Lombardia, il Lazio seconda regione come spesa complessiva

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Che a Roma si mangi in abbondanza ora lo dicono anche i dati dell’Istituto Tagliarcarne, l’istituto di ricerca dí Unioncamere. La Capitale infatti Roma svetta al primo posto per l’acquisto di beni alimentari con il 7,8% dei consumi del settore.

Per ogni romano 23.570 euro in beni di consumo

Più in generale, Milano è prima in Italia per consumi pro-capite con una spesa di 30.993 euro a testa nel 2023, tallonata da Bolzano (29.146 euro) e Monza e della Brianza (26.714 euro). L’analisi si basa sui dati del 2023 e dice che i romani hanno speso 99.628 milioni, l’8,2 per cento del totale nazionale e con una crescita dell’11,2 per cento rispetto al 2019. In sostanza ogni romano ha speso poco più di 23.570 euro in beni di consumo.

In alimentari i romani spendono 4.256 euro ognuno 

Ma è sugli alimentari che i romani ci ‘danno sotto’. Roma è al top, con 17.990 milioni di euro, l’8,4 per cento del totale e 4.256 euro ad abitante. Per quanto riguarda i consumi pro capite, Roma è superata, e di poco, da poche città, e tra queste ci sono Milano e Torino.

 

Il Lazio seconda regione per spesa 

In Lombardia si concentra il 20% della spesa complessiva degli italiani, seguita a distanza da Lazio (10,2%), Veneto (8,9%), Emilia-Romagna (8,6%) e Piemonte (7,6%) che insieme totalizzano più della metà dei consumi delle famiglie.

 

Al Nord la maggiore spesa pro capite

Tuttavia, il quadro cambia sensibilmente se guardiamo ai valori pro-capite. In questo caso è il Trentino-Alto Adige a porsi alla testa dei consumi con 26.186 euro per abitante (quasi l’8% in più del dato lombardo), seguito da Lombardia (24.284 euro), Emilia-Romagna (23.377 euro), Valle d’Aosta (23.061 euro) e Liguria (22.498 euro). Mentre sul fronte opposto, le ultime posizioni sono tutte occupate da regioni meridionali con Campania (15.467 euro) e Calabria (15.436 euro) che chiudono la graduatoria con un livello di consumo pro capite inferiore di circa il 25% al dato medio nazionale.

Il meridione rimane vulnerabile

Tuttavia, nel Mezzogiorno l’incremento dei consumi tra il 2019 e il 2023 è stato maggiore del resto del Paese (15,7% contro 13,7% della media nazionale). La geografia dell’Italia dei consumi appare ribaltata anche se focalizziamo l’attenzione ai soli generi alimentari, che vede il Sud in vetta alla graduatoria con il 33,2% del valore del “carrello” della spesa per gli alimenti degli italiani.  “In primo luogo questi dati possono rappresentare un indicatore di doppia vulnerabilità per l’economia del Mezzogiorno, dove il reddito disponibile delle famiglie è inferiore di circa il 25% rispetto a quello della media nazionale e il peso dei consumi alimentari appare più consistente”. È quanto ha sottolineato Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, che ha aggiunto “in ben 26 province meridionali su 38 l’incidenza dei consumi alimentari supera il 21% di quelli totali, mentre questa situazione non si verifica in nessuna delle province del resto dell’Italia”

 

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