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Comune di Roma lancia il progetto Mara per rafforzare la rete dei centri contro la violenza di genere

L'obiettivo è fornire risposte tempestive, efficaci e sistemiche alle donne vittime di violenza, consolidando una rete cittadina

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La violenza di genere “non è mai uguale per tutte le donne: si intreccia con elementi che amplificano la fragilità e rendono più difficile chiedere aiuto. Essere donna, migrante e povera. Oppure donna, disabile e sola. O ancora donna, giovane e discriminata sul lavoro. È questa la violenza intersezionale, una delle sfide più urgenti del nostro tempo”. Lo dichiara in una nota l’assessora alle Pari opportunità di Roma, Monica Lucarelli. “La grazia concessa ieri dal presidente Mattarella a Gabriele Finotello ci ricorda quanto sia complesso il tema della violenza domestica – aggiunge -e quanto sia fondamentale leggere a fondo i contesti familiari, perché dietro ogni storia ci sono dinamiche spesso nascoste che richiedono risposte più articolate e giuste”. Il fenomeno, oggetto di denuncia da parte di diversi studi europei già da alcuni anni (tra cui il rapporto Intersectional discrimination in Europe dell’Enar del 2022), mostra come le donne migranti, con background razziale, religioso o con disabilità, siano esposte a discriminazioni multiple che spesso non emergono nei dati ufficiali. Anche in Italia, le donne migranti incontrano barriere aggiuntive legate alla lingua, alla nazionalità o allo status legale, che rendono più difficile accedere ai servizi antiviolenza.

Proprio su questi aspetti – spiegano dal dipartimento comunale – si sta concentrando oggi il workshop del progetto “Mara” (Mappare e aumentare le risorse antiviolenza), promosso dall’assessorato a guida Lucarelli e ospitato dall’università Roma Tre. L’incontro ha riunito la cabina di regia – composta da Roma Capitale con le assessore Monica Lucarelli e Barbara Funari insieme ai rappresentanti di prefettura, questura, Arma dei carabinieri, Asl Roma 1, 2 e 3, Ufficio scolastico regionale, polizia locale, oltre ad assistenti sociali, associazioni e cooperative attive nei centri antiviolenza e nelle case rifugio – che si configura come uno strumento permanente di indirizzo, coordinamento e proposta. L’obiettivo è fornire risposte tempestive, efficaci e sistemiche alle donne vittime di violenza, consolidando una rete cittadina che non si limiti all’intervento in emergenza ma sia in grado di garantire tutela, accoglienza e diritti in modo strutturale e continuativo.

“Con il progetto Mara – ha aggiunto Lucarelli – stiamo costruendo una rete che non solo risponde subito alle emergenze, grazie a una piattaforma digitale e a standard condivisi, ma che è anche in grado di colmare le lacune nei dati e di individuare più chiaramente le situazioni di discriminazione nascosta. È sempre più necessario attivare strumenti per leggere la complessità: monitorare le leggi per individuarne gli effetti indiretti, raccogliere dati disaggregati e formare le istituzioni contro i bias impliciti. Solo così potremo rafforzare i servizi e garantire davvero che nessuna donna resti indietro”. Il workshop di oggi, con sessioni plenarie e lavori su casi studio, rappresenta una tappa fondamentale verso la condivisione di standard operativi per uniformare procedure e servizi, rafforzando e rendendo strutturale la lotta contro la violenza sulle donne.

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