Potrebbe da sola soddisfare il fabbisogno della Capitale per circa un anno
Con una capienza massima di 890 mila metri cubi la discarica di Magliano Romano, in provincia di Roma, potrebbe da sola soddisfare il fabbisogno della Capitale per circa un anno, mese più mese meno. Dovrebbe, però, essere destinata a rifiuti non pericolosi anziché a scarti inerti, per lo più edili. È quanto dal 2014 chiede la società Idea 4, titolare dell’ex cava e partecipata di Acea. Così, qualche settimana fa, all’alba della nuova consiliatura capitolina, con il sindaco Roberto Gualtieri che ha anche promesso una sinergia Ama-Acea in materia, l’Area rifiuti della Regione Lazio ha rilasciato un parere positivo nell’ambito della Via, la Valutazione di impatto ambientale.
Il documento, recapitato al Comune di Magliano Romano, in una decina di pagine riassume le motivazioni per cui l’Area rifiuti regionale – prendendo atto della carenza di discariche sul territorio e tenendo conto sia del piano rifiuti regionale, sia della mole annuale di scarti da gestire – comunica all’Area Via regionale di esprimere “parere favorevole limitatamente all’inquadramento e alla coerenza del progetto” di modifica della discarica “con il piano regionale di gestione dei rifiuti”. Un passaggio che, fanno sapere dall’ente regionale, “equivale a un parere favorevole alla Via, che è preliminare al rilascio dell’autorizzazione vera e propria”, l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) che consentirebbe l’apertura vera e propria della nuova discarica. Secondo il sindaco di Magliano Romano, Francesco Mancini, però “il parere dell’Area rifiuti regionale è uno dei tanti al vaglio della conferenza dei servizi, non è un provvedimento conclusivo di Via. Soltanto quando ci sarà una parola definitiva sulla Valutazione di impatto ambientale, da parte della conferenza dei servizi, allora si potrà prendere in esame il rilascio o meno dell’Aia”.
Interpellato da “Agenzia Nova” il sindaco chiarisce che nell’ambito della conferenza dei servizi “ci sono i pareri negativi dell’ente dei Parchi e della Asl Roma 4, per citarne due che si sommano a quello negativo dei tecnici del nostro Comune. Sappiamo che c’è un importante interesse di Acea nel riclassificare questo impianto, tuttavia vanno considerati i rischi ambientali e per la salute”.
Una relazione del 23 novembre scorso della Città metropolitana di Roma, ad esempio, “evidenzia che dall’ultima relazione di Arpa Lazio relativamente al monitoraggio delle acque di falda, emerge che per tutti i campionamenti effettuati nell’anno 2020 (gennaio, maggio, luglio e novembre) è stato riscontrato il superamento delle Concentrazioni soglia di contaminazione (Csc)” e invita l’ente regionale, nel processo di rilascio della Via, “a tenere conto prioritariamente della distanza della discarica dal centro abitato e della presenza di siti sensibili, quali elementi da considerare per valutare le condizioni locali di accettabilità dell’impianto nel contesto territoriale”. Il percorso che possa portare Magliano Romano a ospitare una discarica, dunque, appare lungo e comunque segnato da luci e ombre. Almeno quanto il futuro dell’area individuata e che a riempimento del sito, con le opportune procedure di bonifica, dovrebbe tornare alla sua originaria vocazione agricola.