L'intesa servirà a intervenire sulla grave crisi che ha colpito molti settori economici - sia della Capitale e sia della sua provincia - dopo la pandemia, esponendoli maggiormente al rischio di usura o di finire nella rete della criminalità organizzata.
La firma del protocollo
Prevenire e contrastare la criminalità organizzata e mafiosa nella provincia di Roma. Questo l’obiettivo dell’accordo bilaterale sottoscritto oggi dal direttore della Direzione investigativa antimafia (Dia) Maurizio Vallone e dal preside della Camera di commercio Roma Lorenzo Tagliavanti.
L’intesa servirà a intervenire sulla grave crisi che ha colpito molti settori economici – sia della Capitale e sia della sua provincia – dopo la pandemia, esponendoli maggiormente al rischio di usura o di finire nella rete della criminalità organizzata.
“Roma produce l’8 per cento della ricchezza del nostro Paese ed è una grande capitale europea, e quindi interessata dalle attività criminali nel campo economico – ha detto Tagliavanti -. Spesso le attività criminali hanno come obiettivo quello di acquisire imprese e creare una economia parallela: una cattiva economia che scaccia la buona economia. Noi non dobbiamo permettere tutto questo, soprattutto in una fase in cui molte imprese sono entrate in difficoltà. In particolare per il futuro, Roma è chiamata a grandi appuntamenti, come Expo o il Giubileo, per questo dobbiamo stringerci tra enti pubblici per rendere difficilissima se non impossibile l’attività criminale”.
“Oggi l’accordo è questo: noi diamo alle forze di polizia dati che riguardano le imprese, dove è possibile vedere anche se ci sono attività criminali. Quindi, nei prossimi giorni fare il criminale economico a Roma sarà molto difficile”, ha concluso il presidente della Cciaa Roma. Il direttore della Dia Vallone ha sottolineato: “Oggi la firma di questo accordo rende più veloce e facile il nostro lavoro. Se vogliamo far sì che gli imprenditori siano liberi di svolgere le loro attività dobbiamo emarginare gli imprenditori che sono collusi”, anche perché “a breve inizieranno ad arrivare i primi appalti del Pnrr e dobbbiamo evitare – ha aggiunto – che questi imprenditori prendano fondi come è successo ai rimborsi covid che a volte sono finiti nelle mani di chi non ne aveva titolo. Per questo è importante ai fini dei controlli preventivi poter contare su una banca dati”, ha concluso Vallone.