Categorie: Economia urbana

Parco di Poste lungo il Tevere, scontro con Campidoglio su uso pubblico. Veloccia: “Deve essere aperto a tutti”

Stanno per concludersi i lavori dell'ex Circolo delle Poste nel quartiere Flaminio, accanto al ponte della Musica. Secondo Poste il protocollo firmato ai tempi della giunta Zingaretti prevedeva di aprire una parte solo alle scuole, ma per il Comune di Roma non è così

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È scontro tra il Campidoglio e Poste per l’uso pubblico del nuovo parco sul Tevere dell’ex Cral (Circolo ricreativo aziendale lavoratori) di Poste. Dopo un lungo periodo di abbandono, nel 2020 la Regione Lazio, guidata dalla giunta Zingaretti, ha concesso l’ex Circolo – dove si trova anche la storica “Casina dello Sport”, nel quartiere Flaminio, accanto al Ponte della Musica – a Poste Italiane spa per ristrutturarlo e farne un circolo per i suoi dirigenti, con l’accordo che una parte del parco sarebbe dovuta rimanere aperta al pubblico (10mila metri quadri su 25mila totali).

Oggi che i lavori stanno per concludersi, Poste sostiene che l’uso pubblico del parco è invece limitato alle visite guidate degli studenti delle scuole. Un passaggio che ha mandato su tutte le furie il Campidoglio. Ieri, scrive il dorso romano de La Repubblica, dopo un consiglio straordinario di protesta del II Municipio, l’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia ha scritto a Poste e Regione, chiedendo che l’uso pubblico del nuovo parco fluviale non si limiti alle visite guidate concesse agli studenti delle scuole, ma comprenda, come stabilito dalla conferenza dei servizi al tempo della giunta Zingaretti, l’apertura a tutti i romani di almeno 10mila dei 25mila metri quadrati dello spazio verde affacciato sul Tevere. Ma da Poste fanno sapere che “il Gruppo si atterrà scrupolosamente alla concessione firmata con la Regione che non fa alcun riferimento ai 10mila mq per uso pubblico”.

La vicenda è seguita da anni dall’associazione Carteinregola che, insieme ad altre, si è battuta perché la zona venisse recuperata, includendo anche il degradato sotto ponte. L’area dove si trova la storica Casina dello Sport, anche conosciuta come Casina delle Poste – spiega Carteinregola – è demaniale e quindi di competenza della Regione Lazio, mentre la parte sotto il ponte della Musica è stata concessa a Roma Capitale dal 2007 per la costruzione della struttura.

A febbraio 2020, continua l’associazione, sulla destinazione pubblica il Dipartimento Urbanistica di Roma Capitale ha espresso parere negativo alla Conferenza dei servizi sul progetto, in quanto l’area “costituendo dotazione minima inderogabile di spazi pubblici riservati alle attività collettive (nel caso di specie a verde pubblico) non permetterebbe l’utilizzo esclusivo del compendio a favore di Poste”.

Il parere contrario era stato poi superato dagli uffici regionali con “la prescrizione da impartire al soggetto istante [Poste italiane ndr] di divieto di uso esclusivo… qualunque avventore, anche non dipendente del gruppo Poste, potrà fruire del servizio proprio in virtù del rispetto degli standard urbanistici sopra indicati creando pertanto valore aggiunto sia al contesto territoriale sia nei confronti della cittadinanza che potrà beneficiare di un nuovo servizio compatibile con i vincoli di attività collettive”. Secondo il racconto dell’associazione, nel dicembre del 2020, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto l’ad di Poste Italiane spa aveva dichiarato che un’area di circa 10mila metri quadri “sarà fruibile a tutti, quindi avrà un uso pubblico”, mentre la parte restante sarebbe stata  “a uso esclusivo di Poste”, anche se avrebbe potuto essere aperta  “per ulteriori fruibilità pubbliche”. Questo passaggio però non figurerebbe nel  Protocollo approvato dalla Giunta Zingaretti il 27 ottobre 2020 dove si legge che: “Poste Italiane S.p.A.- intende aderire alle suddette prescrizioni [del Dipartimento urbanistica ndr] rendendo fruibile l’area alla collettività con la realizzazione di programmi di educazione e sostenibilità ambientale e attività ludico sportive in ambito scolastico”, cioè “rendere disponibili gratuitamente agli studenti delle Istituzioni scolastiche individuate dalla Regione Lazio percorsi didattici di alto livello formativo su temi storici e naturalistici, da svolgersi con cadenza bisettimanale”.