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Governo: contratto in dirittura, parte il toto-nomi

Se Di Maio e Salvini raggiungono l' accordo Premier e ministri giallo-verdi avranno però un perimetro d'azione ben limitato

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La trattativa per la formazione del nuovo governo targato M5S-Lega prosegue frenetica perche’ i tempi si fanno sempre piu’ stretti per rispettare l’impegno con il Quirinale che fissa per domenica 13 il termine ultimo per la presentazione al presidente della Repubblica del programma e della squadra dell’esecutivo giallo-verde.

I due interlocutori, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, dopo gli incontri romani, si spostano a Milano per il prosieguo delle trattative anche perche’, a titolo diverso, agli accordi che si devono trovare sono interessati pure la Casaleggio Associati sul versante grillino e Silvio Berlusconi su quello del centrodestra. Quindi sono probabili incontri di Di Maio con Davide Casaleggio, titolare della piattaforma Rousseau e di Salvini con il leader di Fi.

Intanto, mentre ufficialmente si e’ ancora alle prese con la stesura del “contratto di governo” (non e’ facile far conciliare i programmi elettorali dei due partiti), sottobanco si discute della composizione della squadra governativa e, soprattutto, su chi la guidera’ da Palazzo Chigi.

Impazza il “toto-nomi” e i candidati ad una poltrona ministeriale sono tantissimi. Tutto e’ possibile, ma sembra certo che presidente del Consiglio non saranno ne’ Di Maio ne’ Salvini, ma una figura terza. Difficilmente il futuro premier sara’ un non parlamentare: M5S e Lega sarebbero accusati di incoerenza per aver optato per una persona non eletta dopo aver criticato per anni le analoghe scelte (Matteo Renzi docet). Ma trovare un parlamentare accettabile da entrambi non e’ facile, anche perche’, se Di Maio e Salvini saranno vicepremier, il prescelto sarebbe per forza di cose il loro “primus inter pares”. Quindi ancora molta confusione e incertezza sul da farsi.

Piu’ facile – se c’e’ qualcosa di facile nella loro scelta – comporre la squadra dei ministri. I nomi sono tanti, ma anche qui circolano tanti non parlamentari. Una loro preponderanza darebbe un carattere piu’ tecnico che politico all’esecutivo. Da qui la ricerca di una giusta alchimia tra personale politico e non. Nel caso di non parlamentari, poi, bisogna cercare persone gradite sia ai grillini che ai leghisti.

Nella ridda di nomi che circolano sui giornali, da Giampiero Massolo, presidente di Fincantieri, all’economista Carlo Cottarelli, da Elisabetta Belloni, segretario generale alla Farnesina, al presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella. Ma chi però dovesse accettare di diventare premier o ministro del governo giallo-verde avrà già un programma definito da eseguire e quindi dovrà in sostanza accontentarsi di avere un potere dimezzato.

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