È un fenomeno che riguarda la vita urbana, ma le istituzioni sono latitanti, nonostante la tecnologia fornisca molti strumenti per una maggiore tutela dei cittadini
“Siamo al lavoro per costruire una rete di maggiore attenzione a quell’ambito territoriale in cui il municipio si sente un po’ solo… abbiamo anche proposto progetti di riqualificazione alla Regione Lazio e chiesto interventi ad Ater (ente del Comune che gestisce le case popolari ndr), che non sono direttamente collegati a quanto accaduto domenica notte, però il territorio si aspetta da loro un segnale di maggiore attenzione riguardo alla sicurezza”. Il Presidente del Municipio III, Paolo Emilio Marchionne, interviene dopo il caso di stupro a pochi metri dalla fermata della metro B1 Ionio, rilevando che l’area da quando c’è la metro è diventata un punto pieno di gente, fra i quali molti tossicodipendenti e alcolisti, finora responsabili di schiamazzi e risse.
Marchionne giustamente richiama l’attenzione verso il territorio che amministra direttamente senza tuttavia avere, nonostante la consapevolezza e i solleciti alle istituzioni locali e nazionali, gli strumenti necessari per garantire la sicurezza in molte zone diventate a rischio di attraversamento.
La domanda di sicurezza è però in crescita in tutta città, dal delitto consumato a Monteverde, nel Parco di Villa Pamphili con molte zone abbandonate, al recente stupro di via Ionio, alle foche caudine intorno alla stazione Termini. Non si incontra però la necessaria attenzione né a livello locale né nazionale per offrire alla Capitale una maggiore vigilanza nei territori più esposti alla criminalità o a comportamenti dannosi.
La enorme latitanza verso la sicurezza, lamentata spesso, ma solo a parole dai politici, è oggi quanto mai grave da parte delle istituzioni che avrebbero il compito di garantirla, tanto più che sono aumentati i dispositivi forniti dalla tecnologia in grado di tenere costantemente sotto osservazione le aree più a rischio. Inoltre dovrebbero esserci più interventi per risanare molte zone ed edifici, abbandonati nel degrado, che finiscono per inquinare il territorio circostante.
Invece sono in crescita le zone della Capitale dove fanno bella mostra cumuli di immondizia, rovine edilizie e sterpi, e quelle dove la sera mancano di una sufficientemente illuminazione. Molte sono anche le aree che richiederebbero almeno una efficace videosorveglianza, come deterrente alle frequenti aggressioni.
Gli amministratori dei Municipi, come Marchionne, dovrebbero forse mobilitarsi, tutti insieme, per richiedere a livello locale e nazionale, non solo una maggiore attenzione, ma interventi concreti verso il bene diventato più richiesto dagli abitanti: la sicurezza, che sempre più spesso vale la vita.