Oggi in aula Giulio Cesare è prevista l'approvazione delle tre delibere propedeutiche alla chiusura definitiva dell'Agenzia capitolina per le tossicodipendenze, realtà istituita nel 1998 ma mai avviata.
photo credit: Fondazione Villa Maraini
A Roma si stimano almeno 30mila persone che fanno uso intensivo di droghe pesanti. Oggi in aula Giulio Cesare è prevista l’approvazione delle tre delibere propedeutiche alla chiusura definitiva dell’Agenzia capitolina per le tossicodipendenze, realtà istituita nel 1998 ma mai avviata realmente, nonostante il tentativo nel 2009 da parte giunta Alemanno.
A Roma la principale associazione che opera nel settore del recupero dei tossicodipendenti è Villa Maraini, un’organizzazione privata collegata alla Croce Rossa: non riesce a intercettare oltre duemila persone l’anno, con le risorse umane e finanziarie a sua disposizione. Per il futuro il Campidoglio, come spiega all’ agenzia Nova la presidente della commissione Politiche sociali, Nella Converti, sta ragionando sull’avvio di servizi da mettere in campo subito. Tra questi, unità di strada per il pronto intervento, apertura di centri di prima accoglienza, progetti di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole con il coinvolgimento delle 45 farmacie comunali afferenti a Farmacap. Tuttavia, secondo il cronoprogramma dettata da Palazzo Senatorio, è probabile che i servizi non saranno attivati prima della fine dell’anno.
“A Roma si fanno tutti”, denuncia il presidente della fondazione Villa Maraini, Massimo Barra. “So che è un’iperbole ma rende l’idea di quanto il fenomeno sia diffuso. A Roma – spiega Barra – sono circa 30 mila le persone che hanno un consumo forte di droghe pesanti, e non è legato a un dato geografico specifico. Noi agiamo su tutto il territorio cittadino e vediamo migliaia di persone provenienti da tutta Roma, ne accogliamo 600 al giorno. Alla fine dell’anno, anche se c’è chi viene tutti i giorni, noi abbiamo circa 2 mila teste nuove che fanno riferimento alla nostra associazione”. Un problema che sembra essere trasversale a tutta Roma, anche se ci sono alcune zone dove l’attività di spaccio, e quindi la diffusione della tossicodipendenza appare più forte: Tor Bella Monaca, Pigneto, dintorni della stazione Termini e San Basilio, nonché le zone della movida. “Forse c’è un’aggregazione vicino alle piazze di spaccio – prosegue Barra – ma la droga è democratica, non guarda in faccia a nessuno. Ricchi o poveri, benestanti o marginali. Intelligenti o fessi, acculturati o ignoranti, la droga non fa differenza. A Tor Bella Monaca il sabato vengono anche da fuori Roma a comprare”.
“Roma – spiega Converti – è molto indietro sul tema delle tossicodipendenze rispetto ad altre città come Bologna e Milano. Per questo, ci siamo impegnati a presentare, entro 30 giorni dalla chiusura dell’Agenzia una delibera di indirizzo”. Nel documento verranno indicati gli indirizzi politici sul contrasto alle dipendenze fondati su quattro pilastri: cura, prevenzione, inclusione sociale e lavorativa, riduzione del danno. “In questo modo, sarà possibile co-progettare e co-programmare nuovi servizi da mettere in campo subito con gli enti del terzo settore – prosegue Converti -. Tra le attività che verranno indicate nella delibera ci sarà l’apertura di centri di prima accoglienza, anche h24, per offrire posti letto, pasti, cura e igiene personale e assistenza sociale e giuridica. Inoltre, verranno attivate unità mobili di pronto intervento, attività di sensibilizzazione sul tema dell’Hiv in collaborazione con Farmacap e attività di prevenzione nelle scuole”.