Roberto Gualtieri, la Capitale “celebra oggi un anniversario che parla di scienza e di futuro
Dal primo trapianto di cuore pediatrico alla prima terapia genica per i tumori solidi, l’ospedale Bambino Gesù di Roma ha celebrato oggi i suoi primi 40 anni come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) con l’evento “La Ricerca X la Cura”, che si è svolto nella sede di San Paolo dell’ospedale. Al termine dell’incontro è stato inaugurato il nuovo laboratorio di terapia genica, finanziato dal Pnrr-Next generation Eu, attraverso il ministero dell’Università e della Ricerca, grazie alla progettualità condotta dal Centro nazionale di ricerca per lo sviluppo di terapia genica e farmaci a Rna. Il laboratorio, che si estende su circa 700 metri quadri, rappresenta un passo avanti nella ricerca e nel trattamento delle malattie onco-ematologiche e immunologiche pediatriche. Dotato delle tecnologie più avanzate per lo sviluppo di farmaci cellulari geneticamente modificati, il laboratorio permetterà di gestire internamente l’intera filiera delle terapie avanzate, aumentando la produzione, riducendo i tempi e i costi, e rendendo le cure innovative più accessibili ai bambini che ne hanno bisogno. Alla cerimonia hanno partecipato il segretario di Stato del Vaticano, cardinale Pietro Parolin; il ministro della Salute, Orazio Schillaci; il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca; il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri; il presidente dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, Tiziano Onesti; e il direttore scientifico del Bambino Gesù, Andrea Onetti Muda.
“Dietro a ogni traguardo, ci sono persone, storie, volti – ha detto Parolin -. Ci sono bambini e famiglie che hanno ricevuto nuove speranze, ci sono ricercatori e medici che hanno trovato nuove soluzioni, ci sono team interdisciplinari che hanno trasformato i risultati scientifici in percorsi di cura concreti. È importante che il Bambino Gesù sia un ospedale che dice sempre sì alla ricerca, che non si fermi davanti alle difficoltà o alle domande che malattie rare o condizioni cliniche severe pongono, ma le affronti con coraggio e tenacia, cercando sempre una risposta. Nel Vangelo ci sono guarigioni che avvengono, non per la preghiera o la fede della persona malata, ma per la fede degli altri”, ha concluso. Secondo il ministro Schillaci, “questi 40 anni sono stati uno straordinario periodo di fervore scientifico che ha salvato vite, dato speranza e offerto una qualità di vita migliore a migliaia di bambini – ha sottolineato Schillaci -. Vi siete contraddistinti, nel panorama nazionale e internazionale, grazie alla capacità di applicare l’innovazione su base quotidiana a una solida cultura della ricerca, alla disponibilità delle migliori competenze professionali. Tutto ciò sempre mantenendo alta l’attenzione verso l’etica e la relazione di cura. Dopo 40 anni di enormi progressi e successi, guardiamo fiduciosi ai traguardi del futuro”.
Più di ogni titolo o acronimo, Irccs “significa che la ricerca si mette al servizio della clinica, è la scienza che si china sul letto di un bambino e diventa terapia, diventa possibilità e diventa vita – ha affermato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca –. Ma il Bambino Gesù è anche un ospedale che cura senza confini. In questi mesi molti bambini sono arrivati da zone di guerra, da territori dove la medicina non può più essere garantita, dove l’infanzia è sotto attacco e penso ai bambini di Gaza che qui, come in molti altri ospedali del nostro servizio sanitario, trovano una possibilità, una mano tesa e finalmente una dignità riconosciuta e non sono soli. Sono bambini provenienti da tante altre aree fragili del mondo, dall’Africa subsahariana, dall’Afghanistan, dall’Ucraina e hanno trovato al Bambino Gesù non solo cure, ma accoglienza, rispetto e protezione”, ha concluso Rocca.
Per il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, la Capitale “celebra oggi un anniversario che parla di scienza e di futuro. Il Bambino Gesù è un patrimonio della città e del Paese, un luogo dove la conoscenza diventa cura e dove ogni bambino trova attenzione e competenza. In quarant’anni da Irccs ha unito eccellenza e solidarietà, con radici profonde a Roma e una vocazione aperta al mondo. Il nuovo laboratorio di terapia genica, finanziato con risorse del Pnrr, rafforza la capacità di ricerca e segna una nuova tappa per la medicina pediatrica – ha sottolineato Gualtieri -. È un orgoglio per Roma sapere che qui si costruisce ogni giorno il futuro della cura dei più piccoli, e la città sarà sempre al fianco del Bambino Gesù nel suo percorso di crescita”. Tiziano Onesti, presidente del Bambino Gesù, ha ribadito che “oggi celebriamo un traguardo che parla di scienza, ma anche di umanità: quarant’anni di ricerca traslazionale, quella che rende possibile che un’intuizione di laboratorio diventi una cura per un bambino, che un esperimento su una cellula si trasformi in speranza per una famiglia. La nostra storia è fatta di progresso che non resta nei laboratori, ma attraversa i reparti, attraversa le vite”.
In quarant’anni come Irccs, il Bambino Gesù ha costruito un modello di integrazione tra ricerca e cura, diventando davvero “l’ospedale dei casi difficili”. Oggi è il primo Irccs pediatrico in Italia per produzione scientifica e numero di progetti di ricerca. Dal primo trapianto di cuore in Italia su un bambino nel 1986, l’ospedale ha continuato a superare i limiti della medicina pediatrica. “Quarant’anni fa, il mondo della pediatria era molto diverso da quello che conosciamo oggi – ha dichiarato il direttore scientifico del Bambino Gesù, Andrea Onetti Muda -. Le possibilità terapeutiche erano limitate, la ricerca poco integrata con la clinica, le tecnologie ancora poco più che rudimentali. Eppure, già allora era presente un piccolo seme che germogliava: c’era una visione. Quella di unire la cura dei più fragili alla forza della ricerca scientifica. Quella visione è diventata una realtà, e lo è diventata più rapidamente e su scala più ampia di quanto allora si potesse mai immaginare. Decine di migliaia di bambini hanno ricevuto nel nostro ospedale cure che prima non esistevano. E tante famiglie hanno potuto guardare al futuro con speranza”, ha concluso Muda. Il Bambino Gesù fa parte di 5 reti tematiche degli Irccs e di 20 reti di riferimento europee (Ern) per le malattie rare. Ha 2.500 collaborazioni attive con altri enti di ricerca, l’80 per cento delle quali internazionali. Nel 2024 le pubblicazioni scientifiche sono state 1.293 con un impact factor di 4.651 punti. Il personale a vario titolo impegnato nella ricerca è stato di 2.000 persone, i progetti di ricerca attivi sono stati 458 mentre gli studi clinici 550. Il Bambino Gesù gestisce anche la più ampia casistica nazionale di malati rari in età pediatrica. Negli ultimi 10 anni, ha scoperto e descritto oltre 100 nuovi geni malattia. L’ospedale ha effettuato in tutto più di 1.200 trapianti di organi solidi e oltre 2.500 trapianti di midollo, la larga parte dei quali negli ultimi 15 anni, periodo in cui è il centro con l’attività largamente prevalente nel Paese. Per quanto riguarda il nuovo laboratorio di terapia genica dell’ospedale, “è il frutto di un lavoro corale che unisce il Bambino Gesù agli altri partners del Centro nazionale di ricerca per lo sviluppo di terapia genica e farmaci a Rna – ha dichiarato il professor Franco Locatelli, responsabile del centro studi clinici oncoematologici e terapie cellulari del Bambino Gesù –. Insieme stiamo costruendo un ecosistema scientifico e produttivo capace di accelerare lo sviluppo di terapie avanzate e di renderle concretamente disponibili per i bambini e le famiglie che ne hanno più bisogno. È un investimento sul futuro della medicina pediatrica e sulla speranza di molte famiglie, che potranno contare su terapie nate e sviluppate interamente nel nostro Paese”.