Dopo la confessione dell’assassino ancora dubbi sulla dinamica del furto e dell’estorsione. Funerali lunedì a Somma Vesuviana dove abitava il militare ucciso.
Hanno confessato i due studenti statunitensi fermati per la morte del vice brigadiere Mario Cerciello Rega.
Rimangono però, ancora, dei punti oscuri sull’esatta dinamica del furto e dell’estorsione che hanno fatto scattare l’operazione nella quale è morto il militare.
Da valutare intanto l’esatto ruolo della persona derubata. Non è chiaro se si sia trattato di un pusher o di un suo ‘intermediario’, ovvero di un procacciatore di clienti che opera nelle piazze di spaccio. In ogni caso è insolito che una persona che abbia a che fare con traffici illeciti si rivolga ai carabinieri per dare l’allarme e denunciare il furto di uno zainetto con dentro telefono e soldi, forse provento di attività illecite.
Un altro aspetto riguarda il perché i due americani, in possesso di un cellulare rubato, abbiano risposto alla chiamata in arrivo su quel numero e preso un appuntamento con la vittima tentando l’estorsione. Altro elemento da verificare è la presunta presenza di pattuglie in appoggio che non sono riuscite a intervenire in tempo quando la situazione è precipitata.
Del resto né il carabiniere colpito a morte né il collega, entrambi in borghese, come richiede un servizio in cui è necessaria la non riconoscibilità dei militari, hanno utilizzato l’arma di servizio per difendersi o mettere in fuga i due aggressori.
E’ comunque fissata per oggi la convalida davanti al gip del fermo per Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth, i due cittadini americani accusati dell’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega. A entrambi è contestato omicidio e tentata estorsione.
Nel corso dell’interrogatorio svolto ieri in una caserma dei carabinieri, alla presenza dei pm della Procura, Elder Finnegan Lee ha ammesso di essere stato lui a colpire con 8 coltellate il vicebrigadiere.
Ed e’ un pellegrinaggio silenzioso quello che continua anche oggi verso la villetta su due piani dove abitava e che si erge nella zona Masseria del comune di Somma Vesuviana (Napoli) di cui era originario il militare e dove lunedi sono in programma i funerali. Nonostante in casa non ci sia nessuno – i parenti di Cerciello appresa la notizia sono subito accorsi a Roma – la comunità del comune alle falde del Vesuvio non fa mancare il proprio affetto al concittadino con fiori e messaggi di cordoglio lasciati dinanzi all’edificio circondato dall’orto e dagli alberi di noci, tra le passioni, assieme al volontariato, cui Cerciello dedicava parte del suo tempo libero. Stamattina all’esterno della villetta sono stati affissi due striscioni. Spray nero su drappo bianco, uno reca la scritta ‘Ciao Mario’. L’altro dice: ‘Non sarà la tua assenza ma il vuoto che hai lasciato nei nostri cuori’. Da un’auto scende una signora. Si avvicina al cancello e vi attacca un rosario. Un po’ più in là spicca tra i fiori un grande girasole e più distante un cero. Nel via vai disordinato che si sussegue chiunque arriva lascia qualcosa o si ferma per un momento di raccoglimento.
Infine domani pomeriggio a Roma la camera ardente del vicebrigadiere aperta dalle 16 alle 20,30 nella Cappella di piazza Monte di Pietà a pochi passi dalla Caserma dei carabinieri di Piazza Farnese dove da anni il militare prestava servizio.
(fonte Ansa)