Il 25 ottobre il corteo sfilerà tra le strade del centro. Natale Di Cola: "Siamo pronti a una grande manifestazione nazionale"
Il segretario della Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola.
Domani un corteo sfilerà tra le strade del centro di Roma contro la Legge di bilancio proposta dal governo. A illustrare le ragioni della protesta, in una intervista ad “Agenzia Nova”, è il segretario della Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola: “Siamo pronti a una grande manifestazione nazionale, dove lavoratrici e lavoratori verranno a Roma per il lavoro e la democrazia e per chiedere che venga cambiata questa manovra di bilancio che riteniamo sbagliata, ma anche per continuare a chiedere la pace e la fine delle guerre”, spiega. In questi mesi il sindacato locale ha svolto più di 1.500 assemblee di preparazione alla manifestazione di sabato 25 ottobre, nel corso delle quali sono stati approfonditi i temi della manovra di bilancio e definite le controproposte. Così per la manifestazione “ci aspettiamo oltre 70 pullman solo nel Lazio, dai territori esterni verso Roma. Almeno 10 mila persone dalla Capitale. E poi abbiamo adesioni anche di molte realtà esterne con cui abbiamo condiviso le piazze degli ultimi mesi: studenti, Rete dei numeri pari, Anpi, Stop rearm, Global moviment to Gaza”, osserva Di Cola.
Secondo le autorità di sicurezza è prevista la partecipazione di 30 mila persone, tuttavia le attese del sindacato sono anche più alte. Il corteo da piazza della Repubblica arriverà a piazza San Giovanni, percorrendo viale Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, piazza dell’Esquilino, via Liberiana, piazza di Santa Maria Maggiore, via Merulana, via dello Statuto, piazza Vittorio e via Emanuele Filiberto. Il raduno è in programma per le 13:00 e la partenza per le 14:00. “Non è la prima e non sarà l’ultima manifestazione della Cgil – chiarisce il segretario locale Di Cola -. Abbiamo detto con chiarezza che le proteste non si fermeranno fino a quando non faremo in modo che i cittadini vedranno aumentare i loro redditi e il loro lavoro sarà più tutelato, dignitoso e sicuro, e avranno sui territori dei servizi all’altezza delle loro aspettative”.
La Cgil ha contestato la manovra su base nazionale, soprattutto nei passaggi che riguardano il fisco. “Chiediamo di cambiare radicalmente la manovra e invertire la rotta – spiega il segretario locale Di Cola -. Quello che noi vediamo è un’economia al riarmo e un’economia di guerra che non punta a diminuire le disuguaglianze e aumentare i salari. Una misura che non produrrà effetti benefici per l’economia e che peggiorerà le condizioni dei lavoratori e dei pensionati. Uno degli ambiti in cui il nostro giudizio è negativo riguarda la riforma fiscale: non viene ridato indietro il drenaggio fiscale. Non solo non si abbassa la pressione fiscale, e quindi non c’è un vero intervento per aumentare i salari, ma non si restituisce quello che si è pagato in più in questi anni, sempre a causa dell’aumento dell’inflazione. Si crea così il paradosso per cui rinnoviamo i contratti ma ai lavoratori entra sempre meno in tasca”.
Il sindacato si propone, comunque, di agire sul fronte locale: “Ci batteremo affinché il governo Meloni dia le giuste risorse anche agli enti territoriali” ma allo stesso tempo “presenteremo le nostre proposte in Campidoglio e in Regione Lazio per fare in modo che tutti facciano la loro parte. Ogni istituzione -deve fare delle scelte che vadano nella direzione dell’equità, del sostegno al reddito e della garanzia dei servizi perché tutti gli indicatori che riguardano il disagio sociale e la precarietà nella nostra città, nonostante ci siano dati positivi nell’economia, sono negativi. Quindi è necessario che ognuno faccia la propria parte a partire dalla garanzia che vengano rispettati i diritti dei lavoratori: non sono solo scelte economiche ma che riguardano i diritti. In particolare, bisogna qualificare il lavoro negli appalti, che sono lo strumento principale, che usano le imprese per diminuire i salari”