Categorie: Economia urbana

Ecco perché non c’è (ancora) la polizia sotto la metro di Roma contro i borseggi

Zannola (presidente Commissione Mobilità di Roma) a Radiocolonna: dipende dal Governo. Su questo tema, gli enti locali hanno un potere molto ridotto

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Chissà quanti romani e turisti – vittime e non, spettatori di scippi o semplici utenti – si sono chiesti il perché sotto la metro della Capitale non siano presenti in massa agenti della Polizia di Stato in funzione anti-borseggio. Come raccontato a maggio su queste frequenze, Roma ormai è un terreno fertile per chi voglia derubare un turista o un passeggero distratto. Soprattutto all’interno dei vagoni delle metropolitane cittadine, spesso stipate all’inverosimile.

Eppure basterebbe far presidiare le stazioni e i treni dal personale della Polizia di Stato. Una proposta ragionevole che si potrebbe avanzare potrebbe essere la seguente: due agenti in divisa per ogni banchina a Termini (in totale 8 a turno) e una decina di poliziotti in borghese che – contemporaneamente – tra le stazioni più ‘calde’ dello scippo (Ottaviano-San Giovanni) girino tra i vagoni. Attraverso un coordinamento anche con le guardie giurate e Atac, ci sarebbe modo per intervenire prontamente e – cosa più importante – ciò rappresenterebbe un disincentivo per molti ladri: quali sarebbero le loro probabilità si successo se una schiera di poliziotti, in divisa e non, gira per le metro dandogli la caccia? Spesso la domanda iniziale viene posta al sindaco Roberto Gualtieri, ma come spiega a Radiocolonna il presidente della Commissione Mobilità di Roma, Giovanni Zannola, la questione è molto più complessa e articolata e in sostanza avrebbe un vero, grande, playmaker: il Governo guidato da Giorgia Meloni.

“Il tema è molto complesso. Roma Capitale ha strumenti piuttosto ridotti che si limitano alla videosorveglianza e al presidio fisico delle stazioni attraverso le guardie giurate. Figure, queste, che possono accompagnare all’esterno i borseggiatori e consegnarli alle forze dell’ordine ma non possono arrestare nessuno. Né la soluzione risiederebbe nel coinvolgimento della polizia locale, attiva nei dintorni delle stazioni ma non al loro interno – spiega Zannola a Radiocolonna – il playmaker, in sintesi, è il Governo: il ministro degli interni Piantedosi ha promesso migliaia di agenti in più sul territorio e l’istituzione della PolMetro dedita proprio al presidio di tutte le metropolitane italiane. In tutto il mondo le stazioni sono luoghi molto frequentati che attirano micro e grande criminalità. Un tema enorme su cui gli enti locali purtroppo hanno una capacità di risposta limitata. Anche perché se una persona fermata per scippo lunedì, mercoledì te la ritrovi sotto la metro a fare la stessa cosa, diventa tutto molto complicato”.

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