promuovono, invece, cortesia e competenza dei tassisti.
Il 59 per cento dei romani e l’85 per cento dei turisti lamenta una carenza di auto bianche nella Capitale tuttavia gli utenti, nel complesso, promuovono cortesia e competenza dei tassisti. E’ a luci e ombre il giudizio sul servizio taxi della Capitale nell’indagine effettuata nel 2024 – anno antecedente all’innesto di mille nuove licenze – su 1.567 soci Aci, dalla fondazione Filippo Caracciolo del centro studi della federazione romana di Automobile club Italia sul trasporto pubblico non di linea in città. Dati alla mano: il 44,5 per cento degli utenti apprezza la cortesia dei tassisti, il 45 per cento è soddisfatto della loro conoscenza dei percorsi e il 36 per cento promuove la pulizia dei veicoli. E però, il 58,4 per cento dei romani e l’85 per cento dei turisti ritiene che i taxi a Roma siano insufficienti, tanto che il 47 per cento dei romani e il 63,6 per cento dei turisti dichiara di aver atteso più del previsto. “Abbiamo introdotto mille nuove licenze che, unite alle circa 600 doppie guide, hanno incrementato nel 2025 l’offerta del 20 per cento riducendo sensibilmente le attese”, ha spiegato l’assessore alla Mobilità di Roma, Eugenio Patané, in occasione della presentazione del rapporto stamattina, nella sede della federazione romana di Aci. “Mi preme anche sottolineare che sono aumentate di sei volte le vetture adibite al trasporto di persone con disabilità: da 40 alle attuali 240, poiché abbiamo inserito nel bando la possibilità di ottenere questo tipo di licenze”, ha aggiunto Patané.
In termini di flotta a Roma, a oggi, l’indagine Aci registra quindi 8.436 taxi in circolazione, pari a 30,6 ogni 10.000 abitanti, a fronte degli 87 di Madrid, dei 79 di Parigi e dei 63 di Barcellona. La densità è di 6,6 taxi per chilometro quadrato, contro i 26,7 di Milano e i 169,6 di Parigi. E così tra le principali lamentele degli intervistati, oltre alle attese, spuntano le difficoltà nei pagamenti elettronici, indicate dal 32 per cento dei romani e dal 57 per cento dei non residenti che segnalano disomogeneità nell’accettazione delle carte di credito. Infine, il rifiuto delle corse brevi, pur non essendo il problema principale, è indicato dal 16,5 per cento dei residenti e dal 21,1 per cento dei non residenti come un comportamento che mina la percezione di equità e disponibilità del servizio. “Nel 2025 registriamo dati positivi: abbiamo abbassato la domanda inevasa dal 39 per cento al 14 per cento, con un delta del meno 57 per cento della domanda inevasa, e dobbiamo introdurre ancora 170 licenze – ha aggiunto Patané -. Inoltre dalla domanda alla accettazione siamo passati da 30 a 22 secondi e, per quanto riguarda l’arrivo, le attese sono passate da 6 a 4,6 minuti”.
Nel complesso il giudizio dei romani intervistati appare polarizzato: il 30,5 per cento assegna il punteggio massimo (5 su 5), mentre il 29,5 per cento esprime valutazioni basse (1-2 su 5). Tra i non residenti, invece, prevale una percezione più critica: oltre la metà (54 per cento) valuta l’esperienza come insufficiente. Secondo Giuseppina Fusco, presidente di Aci, “la ricerca offre la fotografia di un servizio essenziale per la città, che mostra elementi di qualità ma anche margini di miglioramento. Roma vive una fase di trasformazione della mobilità: servono regole più moderne, strumenti digitali più diffusi e un’offerta adeguata alla dimensione della Capitale. Solo così taxi e ncc potranno continuare a svolgere appieno la loro funzione pubblica, a beneficio dei cittadini e dei turisti”.