"In passato solo palazzi"
A oggi “le periferie romane fanno schifo” perché ci dovrebbero essere “marciapiedi, strade, alberi, parchi, piazze, spazi pubblici e non soltanto palazzoni” quindi “hai voglia di lavorare” poiché “voglio che Roma sia tutta bella”. Lo ha detto il sindaco di Roma e presidente di Ali, Roberto Gualtieri, nel suo lungo discorso di conclusione agli Stati generali della bellezza organizzati da Autonomie locali italiane (Ali) a Cava de’ Tirreni in provincia di Salerno. “La bellezza è un diritto che dobbiamo mettere al centro delle politiche pubbliche. Dobbiamo lavorare insieme perché sia il filo conduttore di un lavoro di rigenerazione e sviluppo dei nostri territori – ha detto Gualtieri -. Partiamo dalla carta delle città della bellezza. Partiamo da una situazione che ci vede privilegiati e fortunati, se usciamo dal nostro orizzonte nazionale. L’Italia è il Paese più bello del mondo per il patrimonio artistico, storico e naturale e ha costruito un sistema di tutele e valorizzazioni dello stesso. Al tempo stesso però l’Italia, nel passaggio alla società di massa, è stato nella tendenza generale e hanno prevalso altri indirizzi nello sviluppo delle città. Nell’urbanistica internazionale hanno prevalso filoni che al centro non hanno messo la bellezza ma la funzione”.
Nel secolo scorso “il brutalismo e il funzionalismo teorizzavano che non ci dovesse essere la bellezza, io invece penso che dove si può bisogna cercarla – ha aggiunto -. C’è il grande tema di portare qualità urbana nei luoghi che non sono stati edificati in altre epoche, e che quindi non sono i centri meravigliosi delle nostre città, ma sono periferie dove spesso di bellezza non c’è niente. Mi dicono spesso che Roma è la città più bella del mondo, ma io dico sempre ‘guardate le periferie romane fanno schifo, c’è un livello di bruttezza inaudito e quindi hai voglia di lavorare’. Io voglio che Roma sia tutta bella, che ci siano i marciapiedi, strade, alberi, parchi, piazze, spazi pubblici e non soltanto palazzoni. Manfredi sta demolendo le Vele, noi stiamo rifacendo un pezzo di Tor Bella Monaca, è facile dirlo ma ci vogliono risorse, ma c’è anche un filone culturale: per noi la bellezza è un miglioramento della qualità urbana e degli spazi sia nella multifunzionalità che nella presenza di spazi pubblici, a un certo punto le città sono state edificate soltanto per far passare le macchine. Bellezza è anche inclusione e uguaglianza. Se manteniamo una distinzione tra i centri ipercurati e le periferie abbandonate, accade che anche il sentimento di chi arriva in visita diventa negativo, dove c’è di meno bisogna portare di più”.