Categorie: Economia urbana

Roma, il grande dibattito attorno ai nomi e ai loghi delle stazioni della metro

La scelta di nomi e luoghi determinerà la riconoscibilità di nuovi, cruciali nodi di scambio. Ecco dove e perché

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È nato da un po’ di tempo un nuovo filone nel dibattito – vastissimo – sul traporto pubblico della Capitale. Si tratta di una vera e propria toponomastica delle stazioni metro di Roma, da quelle future a quelle già esistenti. Il fatto che ci sia un dibattito, spesso qualificato e portato avanti da blogger e da addetti ai lavori, testimonia come il tema non sia ozioso ma rivesta due questioni fondamentali del tpl: la riconoscibilità delle stazioni e il loro ruolo di nodi di scambio con altre linee metro. In ordine di anzianità, la storica fermata della Metro A di Giulio Agricola si chiamerà “Giulio Agricola – Parco degli Acquedotti”, in accoglimento di una mozione capitolina risalente al 2024.

Come racconta Odissea Quotidiana, l’ultima volta che una stazione della metropolitana ha cambiato nome risale al 2003, quando ai nomi di Repubblica, Flaminio e Barberini furono aggiunti riferimenti ai luoghi di interesse vicini: il Teatro dell’Opera, piazza del Popolo e la Fontana di Trevi. Tali denominazioni sono ancora in uso oggi.

Gli stessi blogger si sono scagliati contro la decisione di denominare “Colosseo – Fori Imperiali” la nuova stazione della Metro C all’ombra dell’Anfiteatro Flavio. Un dettaglio pedante? Non proprio. Nonostante le due stazioni siano contigue e in parte integrate, solo la linea C riporta la dicitura completa ‘Colosseo – Fori Imperiali’, mentre sulla linea B resta il nome originario ‘Colosseo’. Il risultato è un nodo di scambio con due denominazioni diverse per lo stesso luogo, una scelta difficilmente giustificabile e poco logica.

E a tal proposito arriviamo ad una delle questioni clou sul tema della riconoscibilità delle nuove metro romane. La solleva il comitato Salviamo la Metro C, che fa presente un dettaglio rilevantissimo sul logo della nuova stazione Metro di Colosseo – Fori Imperiali.

“Nascerà il terzo nodo di scambio tra metropolitane a Roma con ambienti finalmente adeguati all’ingente flusso di persone che ogni giorno transitano per il Colosseo e i Fori Imperiali. Eppure, sulle nuove insegne compare solo il logo della Linea C senza il logo della Metro B, come se per raggiungere la Linea B bisognerà obbligatoriamente entrare dall’attuale accesso di Largo Agnesi. Come se tra qualche mese non saremo di fronte all’accesso del nodo di scambio dal quale prendere la Linea B o la Linea C – spiega il comitato – Una sciatteria che non può essere tollerata soprattutto a seguito del cambio denominazione che ha richiesto una variante progettuale che pare non abbia toccato minimamente questo aspetto funzionale. Un appello all’Assessore Patanè. Uniformiamo e rendiamo chiara l’identità visiva almeno sui tre nodi di scambio. Vale anche per San Giovanni MA-MC: al netto delle vicissitudini che oggi impediscono l’apertura del mezzanino, sulla quale l’Assessore deve fornire tempi certi, non può mancare, su ognuno dei sette accessi, l’indicazione della linee A e C”.

 

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