"lavori appena cominciati. Nell'area 53 incidenti nel triennio"
L'assessore ai Trasporti di Roma, Eugenio Patané, nel corso dell'evento di stamattina.
Va avanti da alcuni giorni la protesta, iniziata con una manifestazione di piazza rilanciata sui social network dai Comitati di quartiere della zona, contro i lavori sull’incrocio pericoloso, cosidetto “black point”, di San Basilio nel Municipio IV di Roma. Alcune decine di cittadini, accompagnati anche da consiglieri municipali, ieri sono scesi in piazza in via Diego Fabbri e hanno spiegato di ritenere l’intervento “devastante” rispetto alla mobilità del quadrante. “Mi preme precisare innanzitutto che stiamo parlando di un cantiere appena avviato i cui effetti dunque potranno essere giudicati solo dopo la conclusione dell’opera e l’opportuna sperimentazione”, ha spiegato oggi in una nota l’assessore alla Mobilità di Roma, Eugenio Patanè. “Il black point in questione – ha aggiunto – che riguarda gli incroci pericolosi tra Via Nomentana, Via Casal Boccone, Via del Casale di San Basilio, Via Diego Fabbri, Via Tino Buazzelli, Via Nicola Maria Nicolai è un progetto sperimentale che mira a ridurre drasticamente il numero di sinistri mortali verificatisi in quell’area: basti pensare che in un solo triennio, il complesso delle tre intersezioni ha comportato costi sociali per circa 5.200.000 euro, a causa di 53 incidenti, 2 morti e 39 feriti”.
“Come abbiamo detto e ribadito più volte insieme ai presidenti di Municipio, ai residenti e comitati di quartiere che abbiamo incontrato – ha precisato l’assessore – solo al termine dei lavori, dopo l’apposizione della segnaletica e la realizzazione completa di tutti gli accorgimenti e miglioramenti che via via si potranno apportare, anche accogliendo proposte proattive, inizierà la sperimentazione, che durerà fino a 6 mesi, e potremo valutare sul campo i risultati. Se verificheremo che l’opera non sta funzionando da un punto di vista dei flussi di traffico e della congestione, della sicurezza stradale e dell’inquinamento siamo pronti a modificarlo o a tornare direttamente al sistema di viabilità precedente. Oggi però, dopo aver realizzato neanche il 30 per cento dei lavori previsti – conclude Patanè – è davvero impossibile giudicare se il sistema di viabilità potrà funzionare o meno una volta completata l’opera”.