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Unindustria vuole un piano Italia da 10 miliardi

La richiesta al governo che arriva dal presidente di Unindustria, Giuseppe Biazzo, in occasione dell'assemblea generale dell'associazione che riunisce gli imprenditori di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo.

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Sì, è arrivato il momento di mettere in campo misure concrete per le imprese italiane. A cominciare da un piano industriale, da 10 miliardi l’anno, che aumenti la produttività incentivando gli investimenti. Questa la richiesta al governo che arriva dal presidente di Unindustria, Giuseppe Biazzo, in occasione dell’assemblea generale dell’associazione che riunisce gli imprenditori di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo.

“Ha ragione il presidente Orsini – ha spiegato Biazzo nella sua relazione – quando dice che la crescita non si fa solo con il taglio dell’Irpef, ma soprattutto incentivando gli investimenti che aumentano la produttività. L’Italia ha bisogno di voler bene alle proprie imprese e alla crescita. Il piano industriale che Confindustria chiede al Governo si basa su questi presupposti”. Secondo Biazzo, “ci vuole la volontà di tracciare percorsi ben definiti con misure concrete per l’impresa, come stanno facendo altri Paesi europei: la Germania, con il programma denominato Acceleratore di crescita, ha stanziato 46 miliardi in 4 anni per la competitività industriale; la Francia, con Francia 2030 ne ha destinati 54 in 5 anni per la reindustrializzazione”. E “se pensiamo che la nostra spesa pubblica annuale ammonta a circa 1000 miliardi di euro, garantire 10 miliardi l’anno per un Piano analogo in Italia rientra in una dimensione di volontà politica e non di possibilità, per dare una visione e una prospettiva chiare al nostro Paese”

La premessa di Biazzo è che “l’Italia si è rimboccata le maniche ed ha consolidato la sua credibilità internazionale. I nostri titoli di Stato si sono molto avvicinati a quelli tedeschi e si è quasi azzerato il gap con quelli francesi. L’occupazione continua a crescere, la disoccupazione è ai minimi storici e a breve, potremmo uscire dalle procedure d’infrazione per deficit”. Inoltre le imprese, “nonostante 26 mesi di calo della produzione industriale, hanno come sempre, lo diciamo con grande orgoglio, garantito un apporto decisivo alla crescita dell’economia di cui hanno beneficiato anche i conti pubblici. Lo abbiamo fatto continuando ad innovare ed investire anche grazie a strumenti efficaci, ora non più disponibili”.

Con Industria 4.0, infatti, “il tessuto imprenditoriale italiano – ha osservato il leader di Unindustria – ha raggiunto tassi di crescita sugli investimenti produttivi di gran lunga più alti delle principali economie europee. Oggi serve un nuovo salto in avanti degli investimenti”. Ecco allora l’appello di Biazzo: “Il governo e il Paese devono dimostrare di credere con i fatti nelle capacità delle imprese di guidare lo sviluppo e costruire nuove leadership industriali”. Per cominciare, “abbiamo bisogno di interventi rapidi sul costo dell’energia, tema sentitissimo anche per le imprese del Lazio, dal cartario alla ceramica”. In secondo luogo, “occorre un impegno deciso sulle semplificazioni: parliamo di altri 70 miliardi di costi ‘occulti’ che le imprese pagano tra ritardi, dinieghi e oneri burocratici eccessivi”, ha aggiunto. Per portare avanti “progetti coraggiosi le imprese hanno bisogno di incentivi certi e veloci”. L’ultima priorità riguarda la formazione e il lavoro, “dove bisogna insistere, con determinazione e pazienza, sulla diffusione tra i giovani delle discipline tecniche, sul rafforzamento delle competenze per i lavoratori più adulti e sull’occupazione femminile”. Per Biazzo, in particolare, è urgente occuparsi della produttività del lavoro: “l’aumento dei salari passa necessariamente dall’aumento della produttività e le relazioni industriali costruttive devono partire da qui”.

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