Categorie: Cronaca

L’Antitrust commina sanzioni per il secondary ticketing

Multe complessive per 1,7 milioni di euro. Ticketone condannata a pagare un milione

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L’avevamo raccontato in molte occasioni come il fenomeno del secondary ticketing fosse ormai un’autentica piaga nel mondo dei biglietti per i concerti. Oggi l’Antitrust, con una pronuncia che farà discutere, ha condannato una serie di aziende a pagare complessivamente 1,7 milioni di euro. La sola Ticketone, sorta di monopolista del settore, dovrà pagare un milione di euro. Seatwawe, Viagogo, Ticketbis e Mywayticket dovranno pagare i restanti 700.000 euro.

 

Che nei biglietti per i concerti ci fosse qualcosa che proprio non funzionava era emerso dalle numerose segnalazioni di utenti che, speranzosi, avevano provato ad acquistare i biglietti delle loro band preferite e che avevano avuto una doppia amara sorpresa: tagliandi esauriti nei canali ufficiali, ma disponibili sui siti secondari a prezzi maggiorati.

 

Un servizio delle Iene, poi, aveva mostrato come potesse esserci una qualche correlazione tra le aziende che vendono biglietti – Ticketone, ma non solo – e questi siti secondari che rivendevano a prezzi eccessivi, facendo capire che potevano esserci accordi sottobanco tra le piattaforme per destinare un certo numero di biglietti a siti come Viagogo.

 

Ora, con la sentenza dell’Autorità – che ha fatto notare come si verificasse “un repentino esuarimento dei biglietti sul mercato primario e la quasi contestuale vendita degli stessi sul mercato secondario, dove risultavano venduti a prezzi maggiorati” – si inizia a fare chiarezza su un fenomeno che è andato dilagando negli ultimi anni. L’Antitrust, poi, ha aggiunto che è emerso che “Ticketone – malgrado fosse tenuto contrattualmente a predisporre misure antibagarinaggio – non ha adottato efficaci misure dirette a contrastare l’acquisto di biglietti attraverso procedure automatizzate, né ha previsto regole, procedure e vincoli diretti a limitare gli acquisti plurimi di biglietti, né ha effettuato controlli ex post diretti ad annullare tali acquisti plurimi”.

 

I siti secondari, invece, hanno ricevuto contestazioni circa la “carente o intempestiva informazione in ordine a diversi elementi essenziali di cui il consumatore ha bisogno per assumere una decisione consapevole di acquisto. Non chiarivano il proprio ruolo di mera intermediazione svolto sul mercato secondario”.

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