Roma/strage pedoni: serve più coraggio degli amministratori

Oltre a sollecitare comportamenti virtuosi occorre diminuire il traffico scoraggiando l’uso di auto private nel Centro e limitare molto la velocità nelle zone più abitate   

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Appena l’altra sera altri due pedoni falciati in una delle vie centrali della Capitale e ricoverati in codice rosso. Quest’anno a fine marzo già otto pedoni sono stati uccisi, la maggior parte mentre attraversava sulle strisce pedonali. Lo scorso anno su 30.500 incidenti stradali con 51 decessi, 2351 hanno riguardato pedoni e 5 sono stati mortali.

“Il Venerdì” di “La Repubblica”, che riporta questi dati, dedica alla tragica sequenza di morti sulle strade della Capitale un ampio articolo dal titolo “Roma non è una città per pedoni”, rilevando che la sua identità è ormai definita dagli incidenti stradali più di ogni altra cosa.

Una campagna del Comune invita gli automobilisti a fermarsi o almeno a rallentare prima delle strisce pedonali. “Mettiamo un freno agli incidenti sulle strisce pedonali” si legge su alcuni manifesti, ma lo stesso Campidoglio è colpevole di lasciare spesso che le strisce si consumino, divenendo pressoché invisibili, in zone dove l’attraversamento è difficile o necessario, come lungo le strade che gli studenti sono soliti percorrere per raggiungere la scuola.

Il Comune oltre a correre ai ripari ridipingendo molte strisce pedonali, annuncia di provvedere ai cosiddetti Black points pedonali, scenario spesso di incidenti, con appositi lavori tesi risolvere almeno una trentina di punti critici della circolazione di auto e pedoni.

Si tratta però soltanto segnali che la buona volontà non manca e nemmeno la sensibilità verso tanti drammi famigliari che hanno come scenario le strade della Capitale, del Centro come della periferia. Ciò che manca, invece, è il coraggio di intervenire con provvedimenti atti a diminuire la eccessiva circolazione di auto, nonché ad adottare una drastica limitazione della velocità nelle zone abitate, dove il cinquanta all’ora è già fatale. Questi sarebbero le uniche valide misure per fermare una strage urbana, che aumenta di anno in anno, e che non può essere interrotta solo con gli appelli alla buona educazione o con più rotatorie stradali.

 

 

 

 

 

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