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Dal Bioparco di Roma ai boschi della Germania, storia a lieto fine per l’orso Kuma – FOTO e VIDEOGALLERY

Trovato in fin di vita a Gorizia nel 2021, per due anni ha vissuto al Bioparco: ora è tornato in semi libertà

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Trovato in fin di vita a Gorizia nel 2021, Kuma, un maschio di orso Bruno, ospitato dal 2022 al Bioparco di Roma è stato trasferito in Germania nel centro di recupero per orsi di Bad Füssing in Baviera. A dare l’annuncio è la presidente della Fondazione Bioparco di Roma, l’etologa Paola Palanza.

“Kuma è cresciuto benissimo, è molto vivace, e nel centro tedesco vive in semi libertà, in un’area boschiva molto ampia, ma soprattutto potrà avere interazioni con altri individui, quindi una vita sociale. Kuma è un orso nato in natura e siamo contenti che possa, almeno in parte, ritornarvici. Con la garanzia di continuare ad essere seguito e monitorato sugli aspetti veterinari. Per la delicata operazione del trasferimento – conclude Palanza – rivolgo un ringraziamento all’Ente nazionale protezione animali che ha contribuito al costo del viaggio da Roma al Centro di recupero”.

 

A novembre 2021 Kuma fu trovato a Gorizia, in una zona vicino al bosco, sulla cima di un albero, dove si era arrampicato. Forse la mamma lo aveva abbandonato, forse era morta. Catturato dai vigili del fuoco, le sue condizioni di salute erano apparse molto critiche e le visite veterinarie evidenziarono una patologia renale congenita, aggravata da una infezione in corso. Sarebbe stato dunque impossibile reintrodurlo in natura.

Trasferito all’Università di Udine, dove è stato curato dal veterinario Stefano Pesaro, dal giugno 2022 viveva al Bioparco di Roma. “Quando è arrivato da noi, il giovane orso era sottopeso e impaurito, racconta Yitzhak Yadid, responsabile zoologico del Bioparco. Gradualmente timidezza e diffidenza hanno lasciato il posto all’atteggiamento opposto: è diventato curioso, gioca e cerca la compagnia dei keeper, che lo hanno chiamato Kuma, orso in giapponese. Ma ora che è quasi un adulto necessitava di un’area ancora più grande e, dopo attente valutazioni, abbiamo deciso di trasferirlo in una struttura con spazi più ampi, come quella tedesca, dove ha a disposizione un recinto di un ettaro solo per lui. Uno degli affezionati guardiani che lo hanno seguito in questi due anni – conclude Yadid – lo ha accompagnato nel viaggio verso il centro di recupero in Baviera”.

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