In Italia i cantieri autostradali sono troppi e interminabili, così i nostri viaggi verso le vacanze diventano un incubo con pagamento obbligatorio
Chi parte per le vacanze, lunghe o corte che siano, paga pegno che non si risolve con il solo pedaggio autostradale ma che è rappresentato, soprattutto, dalla sacca infernale delle code.
La rete autostradale italiana si estende per circa 7.000 km, è una delle più estese d’Europa ma è anche una delle più vecchie e malandate. Ciliegina sulla torta anche una delle più care. Nel 2023 si calcolava che ci fosse un cantiere ogni 12 km e di questi alcuni (direi moltissimi) durano ben più di un anno, con le corsie d’emergenza inagibili e spesso usate come deposito dei mezzi di lavoro o semplicemente rese inservibili da centinaia di coni segnaletici arancione o giallo. Non abbiamo mai capito perchè questi coni debbano accompagnare il nostro viaggio per km quando, molte volte, non c’è traccia di lavori.
E arrivati finalmente e quando dio vuole a destinazione, non serve impuntarsi o reclamare per non pagare il pedaggio di una trasferta da incubo perchè il medesimo pare necessario per coprire i costi di costruzione, manutenzione e gestione della rete autostradale, proprio quella disastrata che abbiamo appena percorso. Pare che i disinvestimenti nella manutenzione da parte di Autostrade dal 2009 al 2018 abbiano portato alla drammatica situazione attuale.
Siamo al pronti, partenza, via, di un’estate che dalle stime effettuate dal Sole 24 ore prevede che circa 30,5 milioni di italiani andranno in vacanza con una crescita di 1,5 milioni rispetto all’anno precedente e che la maggior parte, circa il 90%, sceglierà di rimanere in Patria, purtroppo pare però, che per queste nostre vacanze, non sia prevista la chiusura generalizzata dei cantieri autostradali, anche se verranno adottate misure per ridurre al minimo i disagi. Gli enti gestori delle autostrade rimuoveranno i cantieri temporanei e limiteranno l’impatto di quelli inamovibili, soprattutto nei periodi di maggiore traffico come i fine settimana e le festività. Ma voi ci credete? Io no anche perchè ho appena vissuto l’esperienza traumatica di circa 4 ore di viaggio per percorrere meno di 150 km.
Intanto vi diamo delle previsioni per quelle giornate che si amano definire da bollino rosso o nero: secondo Anas a luglio il traffico è e sarà in costante aumento, anche per il trend tutto moderno e squattrinato del fine settimana fuori casa, per agosto il venerdì 1 sarà rosso e sabato 2 nero come la pece idem per sabato 9; dopo il 15 agosto altre e molteplici criticità per il controesodo. Il tutto sarà, come sempre, condito da improperi, autogrill strapieni, caldo, sete, pipì impellente, ecc.
Che dire, siamo alle solite, e via con le considerazioni logiche sulla fottuta abitudine italiana di concentrare tutte le vacanze nel mese di agosto. I tempi son cambiati e anche il modo di lavorare può modificarsi così da rendere i 12 mesi un’alternanza di impegno e distacco utile al lavoratore e al commercio che in tante mete langue e dorme per più di 300 giorni/anno