In via del Corso c'era largo dei Lombardi quasi un passaggio verso Augusto Imperatore, le opere della cosidetta riqualificazione l'hanno reso un deserto inospitale in pieno sole, senza verde e senza sedute. Un fallimento
Tra via del Corso e piazza Augusto Imperatore c’era una piazzetta o largo che avrebbe potuto diventare, in fase di restauro, un vero punto di aggregazione confortevole e attraente, così come dovrebbero essere le piazze e piazzette di Roma. E invece no, largo dei Lombardi è un altro eclatante buco nell’acqua della più che decennale riqualificazione della zona intorno a piazza Augusto Imperatore. Riqualificazione sbandierata e usata come voce di varie campagne elettorali, fonte di spese enormi per la Capitale, passata da sponsor a sponsor, ma senza vederne mai la fine.
Largo dei Lombardi fu concepita insieme alla più importante piazza, dall’architetto Vittorio Morpurgo negli anni ’30 e porta chiare le stimmate dello schema fascista. Poi con l’aumento del traffico questo spazio passò da luogo di sosta e transizione a zona di puro e semplice servizio di via del Corso. Niente di scandaloso, per carità, ma un angolo come tanti in Città un po’ posteggio, un po’ passaggio.
Nella furia rinnovatrice che ha colpito in pieno il Sindaco Roberto Gualtieri e dato che Augusto Imperatore, nonostante i continui sostegni privati, marcia a ritmo vergognosamente lento, è entrato anche largo dei Lombardi, sicuramente di minor impegno economico e tempistica ridotta, ma comunque degno di un’inaugurazione estiva di cui parlare.
Nei tanti articoli, a ripresa dell’evento, si ricorda allo sfinimento che quell’area sarà centrale e splendente per la vita della Città, finalmente restituita ai cittadini e che diventerà un polo del lusso. Mi chiedo polo del lusso come Galleria Alberto Sordi e vorrei anche sapere cosa intendono il Sindaco e i suoi assessori per polo del lusso?
Ai romani piacerebbe anche e già da ora, sapere quali brand sono in corsa per accaparrarsi i locali vuoti e con che canoni? A parte queste info, che tutte le città civili onorano con puntualità e chiarezza, va notata che la ristrutturazione del largo in questione non è altro che la riproposta paro paro del preesistente. Il cambio della pavimentazione, la realizzazione di alcuni gradini e lo spostamento di pochissimi metri dell’edicola esistente non hanno inciso ne’ sull’impatto visivo ne’, sulla funzione aggregativa e men che meno sulla tanto proclamata sostenibilità ambientale.
Nessun umano anelerà mai a posizionarsi in quel rinnovato luogo: senza sedute, ma soprattutto senza ombra; già, perché in quel nuovo lastrico non sono state previste aiuole per qualche misero arbusto. Mettteranno delle fioriere? può anche essere, ma che protezione saranno al ben conosciuto solleone dell’estate romana?
L’abbiamo scritto e ripetuto: la Capitale non riesce ad essere davvero accogliente anzi, ad ogni nuovo intervento si dimostra sempre più inospitale e scomoda per chi la vive e per chi la visita