A Roma già ci sono 330 km di piste ciclabili soprattutto nelle aree verdi, la "mobilità lenta" è un grande programma futuro ma prima vanno pensate e realizzate altre opere proprio per alleggerire il traffico
Mi piace prendere spunto dall’articolo di Massimo Tonelli (27.9.25) su Roma Today che paragona i contestatori delle piste ciclabili romane ai No Vax del 2020. E’ troppo facile usare un doppiopesismo di grande impatto emotivo a tutto sfavore di manifestazioni di semplice valore urbanistico e di movimentazione del traffico.
Già perché il traffico della Capitale è, ad oggi considerato, uno dei più congestionati d’Europa e mi pare più che logico che i cittadini difendano con le unghie e con gli striscioni il diritto a viaggiare meglio e anche a parcheggiare meglio.
Le strade della nostra Città son quel che sono, mal tenute e rattoppate alla meglio, tanto da essere spesso causa di incidenti e poi sono rimaste alle dimensioni iniziali, perché lungo i loro percorsi esistono migliaia di costruzioni, ahimè, difficilmente rimovibili.
Le critiche che vengono mosse alla realizzazione delle ciclabili (vedi via Guido Reni) non sono fesserie ma ragionevoli constatazioni; se i romani, oggi, perdono fra le 71 e le 103/anno, circa, nel traffico con le strade dell’ampiezza attuale come non sospettare che riducendo la carreggiata per far posto alle bici le ore perse si moltiplicheranno. E come la mettiamo con i mezzi di soccorso imbottigliati nel serpentone di auto? Quelli si che devono avere una corsia preferenziale.
L’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, tanto per tenere i piedi in 2 scarpe comunica che ha risolto il problema parcheggi in via Reni con una pensata davvero geniale: ha recuperato nuovi spazi auto lungo altre strade del quartiere. Ma è uno scherzo? Forse nelle strade limitrofe pensa di mettere le auto una sopra l’altra e, poi, di quelli delle strade limitrofe che, magari già oggi, devono girare 20′ per posteggiare cosa ne facciamo? e la spesa da portare? e il bimbo in collo o la carrozzella per i disabili?
A Roma ora ci sono circa 330 km di ciclabili distribuite all’interno di aree verdi e parchi e solo 1/3 si sviluppano lungo le strade e vengono usati per spostarsi in Città.
La “mobilità lenta” è una bellissima cosa a cui tutti guardiamo, ma che va pensata e attuata come cosa a sé senza pesare sulla mobilità e la viabilità attuale. Il traffico, poi, cresce di giorno in giorno, vuoi per il naturale ricambio, vuoi per le normative verdi sempre più stringenti e vuoi per la seduzione degli incentivi. E tutto questo senza dimenticare lo stuolo di moto e monopattini.
Nel 2023 si calcolava che le auto nella Capitale fossero 1.823.155 con una densità di 1.369 per km quadrato e chi contava nella realizzazione di nuovi parcheggi si metta il cuore in pace perché nemmeno il Giubileo è riuscito ad accelerare i lavori dei cantieri iniziati decine di anni fa (vedi Arnaldo da Brescia).
Ricordiamo anche che il progetto dell’assessore Patanè è quello di realizzare 830 km di ciclabili entro il 2035.
Noi “no vax della mobilità” (definizione del collega Massimo Tonelli) vorremmo chiedere al Campidoglio questo programma di lavori: creazione di corsie preferenziali per mezzi di soccorso (no auto blu), conclusione dei cantieri per la realizzazione di parcheggi, cura e sistemazione del manto stradale e infine uno studio fattivo di percorsi ciclabili che coinvolgano ampiamente le aree verdi che potrebbero funzionare da congiunzione fra i vari punti di Roma.