Milioni di Italiani sono partiti per le vacanze, ma pare che la metà abbia snobbato il mare. Non è vero, ma è un indicazione perchè molti lidi nostrani si modernizzino cambiando un'offerta non più attrattiva
Non c’è estate senza il fatidico tormentone e anche quest’anno lo ritroviamo su tutti i media e come base di ogni talk; per l’estate 2025 in pole position abbiamo: “la crisi dell’ombrellone”. Su questo argomento e senza cognizione di causa ci si buttano tutti a pesce perchè ogni opinione è buona, in ogni caso ti fà pubblicità e se poi ci metti qualche goccia di populismo e una spolverata politica sei in prima pagina.
Per non finire nel gruppone abbiamo voluto sentire l’opinione di un super esperto in questo campo. Profondo conoscitore dell’arte di creare e gestire lidi giudica il gran tam tam di opinioni una pura esternazione estiva, anche alla luce dei dati Demoskopica che conferma che il 2025 si chiuderà per il turismo italiano con numeri lusinghieri: oltre 65 milioni di presenze con una crescita del 3,4% e con i dati di Confcommercio che prevede che tra giugno e settembre 30 milioni di italiani faranno almeno una settimana di vacanza al mare o sui monti. Certo non sono più le villeggiature di una volta, ma penso sia evidente a tutti che le cose son tanto cambiate e che l’espandersi dei tempi lavorativi portano ad una, inevitabile, contrazione del tempo libero. Questa è la vera rivoluzione che automaticamente si ripercuote sui soggiorni fuori casa.
Concordiamo totalmente con quanto fa notare il nostro suggeritore e cioè l’inadeguatezza dell’offerta che propone, da troppi decenni, il solito pacchetto: ombrellone + 2 lettini, distanza fra le ombre senza regole, cabina a parte, bagnino come di legge, doccia perlopiù gelida e stop; un pacchetto che spalmato sull’intera stagione non è per niente attrattivo. Proposte immutabili nel tempo perchè fatte da gestori non acculturati in materia che non sanno e non vogliono fare nulla di diverso da quello che si è sempre fatto. D’altra parte anche la scure Bolkestein con tutte le sue incertezze e le sue scadenze mai definite e definitive non spinge nessuno a migliorie e investimenti che forse non verranno riconosciute.
Un piccola correzione dei prezzi al rialzo c’è stata e facendo la media arriviamo si e no al 3%, sicuramente superiore all’attuale inflazione dell’1,7% ma non sconcertante.
Per quanto riguarda Roma e il suo mare non possiamo dimenticare che l’evento Giubileo ha distratto molti turisti dalla classica spiaggia e ha fatto gridare gli italiani contro l’overturism, il degrado e lo scippo dei nostri spazi vitali.
Nel frattempo si sono “scoperti” altri modi di fare vacanza e quindi altre mete: montagna, spa, parchi a tema, campagna e il grande boom dei laghi.
Per quanto riguarda Ostia e i lidi verso Castelporziano c’è solo da piangere; mezzo ingoiati dalle mareggiate hanno ben poco da offrire, ma finchè i balneari non si metteranno d’accordo su che tipo di protezione scegliere per le loro sabbie potranno solo constatarne l’inevitabile diminuzione. La parte destra rispetto alla rotonda ha da tempo provveduto a tutelarsi e ad oggi può definirsi il top di quel lungomare.
Stessa spiaggia stesso mare non vale se parliamo di tariffe delle varie località con variazioni impressionanti, gonfiate all’infinito se di mezzo, poi, si mettono i brand del lusso che per il solo fatto di piazzarti sotto un ombrellone griffato stravolgono il mercato.
E, alla fine, siamo cambiati anche noi che abituati a vedere altri mondi non ci accontentiamo più molto facilmente. Il confronto con altre realtà ci ha come aperto gli occhi facendoci toccare con mano i progressi di altri paesi e l’immobilità Italiana.
Il nostro oro è il turismo e va lustrato e protetto al meglio, dobbiamo essere in grado, a tutti i livelli: dall’operatore al governo di vendere al meglio il nostro tesoro