Verso il voto del 4 marzo: il M5S punta forte sul Lazio

I partiti sono ancora alle prese con le prove di alleanza. L'abbinamento delle elezioni nazionali e regionali avvantaggia i 5 stelle.

 

Il dado è tratto. Il prossimo 4 marzo, ovvero tra meno di due mesi, si andrà alle urne per eleggere il nuovo Parlamento dal quale, si spera in tempi brevi, nascerà il nuovo governo che subentrerà all’esecutivo Gentiloni.

Per gli elettori del Lazio, però, sarà un vero e proprio “election day” perché alle schede per il Senato e la Camera si aggiungerà quella per il Consiglio regionale. Soprattutto nella nostra regione, quindi, i partiti sono  già da tempo alle prese con i temi delle alleanze, che sembrano oramai definite, e delle candidature, ancora in alto mare anche se il M5S sembra più avanti rispetto agli avversari in quanto, viaggiando da solo in entrambe le consultazioni, non deve concordare con nessuno i nomi dei candidati.

Comunque, mentre per le elezioni politiche si stanno ancora definendo alleanze e liste, alla Regione Lazio il quadro elettorale sembra alquanto definito. Ai nastri di partenza per la corsa al “governatorato” si sono già presentati l’uscente Nicola Zingaretti (Pd), che spera di ricomporre l’unità del centrosinistra recuperando nell’alleanza l’appoggio del LeU ( la lista nata dall’unione di Mpd e Sinistra Italiana) e Roberta Lombardi per il M5S. Ancora da definire, invece, chi correrà per il centrodestra. Ultimamente è stato fatto il nome di Maurizio Gasparri (ex An e ora Fi, vicepresidente del Senato) ma c’è ancora da sciogliere il nodo rappresentato dal sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, che inizialmente sembrava poter essere il candidato presidente del centrodestra e che ora appare intenzionato a concorrere alle elezioni al di fuori degli schieramenti attuali con la sua lista dello Scarpone che potrebbe togliere voti ai concorrenti.
Sulla carta, Roberta Lombardi appare la più accreditata per la conquista della Pisana. La parlamentare grillina infatti si presenta al voto di marzo forte delle affermazioni pentastellate nelle precedenti elezioni amministrative che hanno visto la conquista di una decina di comuni da parte del M5S, in particolare quelle di Roma, Civitavecchia, Guidonia Montecelio, Nettuno. In pratica, nel Lazio, un cittadino su due ha scelto un sindaco del Movimento. Sono dati, questi, che fanno pendere la bilancia dei pronostici verso la Lombardi e che potrebbero influire non poco anche a livello nazionale. Infatti, è poco credibile che chi voterà Cinquestelle per la Regione possa decidere diversamente per Camera e Senato. E Luigi Di Maio, candidato premier per i grillini, conta molto sul voto del Lazio e della Sicilia per conseguire un importante risultato nelle elezioni politiche.

Da rilevare che, per evitare danni di immagine al Movimento, la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha chiesto il rito abbreviato per la vicenda giudiziaria che la vede accusata di falso documentale per la promozione di Renato Marra, fratello del più noto Raffaele, il funzionario comunale suo ex braccio destro. Cosicché di questa vicenda si tornerà a parlare ad urne chiuse, perché la prima udienza del processo di svolgerà il prossimo 21 giugno.

Nicola Zingaretti spera di sovvertire i pronostici della vigilia e di confermarsi governatore. Certo è un’impresa che si presenta difficile anche perché non se la deve vedere solo con la forza dei cinquestelle, ma anche con la rimonta che il centrodestra unito sta compiendo in tutto il territorio nazionale. L’ultimo test elettorale, sia pure limitato al Municipio di Ostia (che però vale la pena di ricordare ha un numero di abitanti come Messina o Venezia) è stato estremamente negativo per il Pd, escluso dal ballottaggio che ha visto poi prevalere la candidata grillina contro quella del centrodestra. Per questo motivo Zingaretti conta di recuperare l’appoggio del LeU (tra i motivi della disfatta sul litorale romano c’è stata anche la divisione della sinistra), ma il compito sembra arduo perché all’interno di questa formazione c’è divisione tra chi è disposto ad appoggiarlo (Il Mdp di Bersani e D’Alema) e chi invece vuole la sconfitta del Pd renziano (Sinistra Italiana), per ricostruire sulle sue ceneri una nuova sinistra.

In questo contesto il centrodestra conta di giocare le sue carte, che non sono poche. Il ritorno in campo di Silvio Berlusconi (sia pure come “allenatore” perché attualmente non è candidabile a meno di una riabilitazione politica in tempi brevi da parte della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo) sembra rendere più appetibile il suo programma elettorale. La scelta poi di schierare un “grosso calibro” come Maurizio Gasparri ( sempre che lui sia d’accordo e che sul suo nome si registri una convergenza delle varie anime della coalizione) dimostra la volontà della coalizione di sovvertire i pronostici della vigilia.

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