Dentro al corteo antagonista Eurostop: tanto rumore per nulla

Partecipazione al di sotto delle aspettative per Eurostop e forza pubblica eccessiva: a vincere è l’allarmismo

Tanto rumore per nulla. Si puó sintetizzare in questi termini l’atteso corteo antagonista Eurostop, organizzato per dire ‘NO all’Europa delle banche’ nel giorno del 60° anniversario dei Trattati di Roma. L’equivoco è iniziato con la previsione – erronea – che un’orda vandalica avrebbe invaso le vie di Testaccio portando terrore e devastazione. Ed è proseguito con i numeri, modesti, di un happening che – secondo i pronostici – avrebbe visto la presenza di circa 8000 persone: alla fine i partecipanti saranno poco più di mille, forse 2000. “Avranno trovato traffico” commenta sarcastico un vigile, interpellato sui numeri del corteo prima che uno degli organizzatori pronunciasse tronfio “Siamo 10mila!!!”.

Prevista per le 14,00, la parata inizia oltre le 15,30 con la motivazione di “attendere i compagni che sono stati fermati dalla Digos”. Gli organizzatori fanno riferimento alle 150 persone fermate dalla Polizia – “tutti veneti o della Val di Susa” – per un presunto arsenale rinvenuto nei pullman in direzione Roma. Ma si sospetta che il forte ritardo fosse dovuto alla speranza che i numeri dei manifestanti s’ingrossassero un po’.

“Hanno perquisito un pullman e hanno trovato armi pericolosissime – denuncia una ragazza al megafono – un coltellino svizzero sequestrato a un 65enne NO TAV”.

Gli interventi ricalcano lo stesso copione: perché pompare mediaticamente una manifestazione così pacifica? Viene contestata anche la gestione “da Stato d’assedio” di quest’evento, un andamento che, spiega Giorgio Cremaschi, dimostra il “carattere reazionario dell’Unione Europea”. “I veri devastatori, i black bloc dello Stato sociale sono quelli che oggi ci governano” chiosa l’ex segretario FIOM. Stoccata anche alla multinazionale UBER e assist inatteso al mondo dei tassisti in rivolta contro le liberalizzazioni.

Colpisce il dispiegamento di forza pubblica predisposto per l’occasione: blindati ovunque, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza in tenuta antisommossa. Piazza Testaccio e Bocca della Verità completamente militarizzate.

In testa c’è USB, seguito da tante realtà, tutte vicine all’estrema sinistra e al mondo sindacale. Ci sono i movimenti per la casa, noti centri sociali romani, bandiere del P.C.I e slogan anti-europei. Il sirtaki di “Zorba il Greco” (scelta anti-austerity?) accompagna le ultime battute del corteo. Qualche scaramuccia nel finale: un’incomprensione del dispositivo di sicurezza divide in due il corteo e dà il via a una protesta gandhiana di alcuni capi-delegazione sindacali (compreso l’onnipresente Cremaschi) che si siedono per terra facendo avvicinare pericolosamente gli agenti schierati con i manifestanti dimezzati.

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